RUSSELL HOBBS

Amazon ha deciso di chiudere il prossimo 31 dicembre Care, il servizio sanitario virtuale attivo negli Usa. Lanciato per la prima volta nel 2019 – come servizio per i dipendenti del gruppo con sede a Seattle abbinando i servizi sanitari virtuali con l’opzione per una visita a domicilio da parte di un’infermiera – è stato ampliato da Amazon a livello nazionale nello scorso febbraio. Obiettivo: offrirlo alle aziende di tutti i 50 stati americani che desideravano fornire il servizio ai propri dipendenti.  “Sebbene i nostri membri iscritti abbiano amato molti aspetti di Amazon Care, non è un’offerta abbastanza completa per i grandi clienti aziendali a cui ci siamo rivolti e non avrebbe funzionato a lungo termine” ha scritto in un’e-mail, Neil Lindsay, vicepresidente senior della salute del colosso e-commerce.

Amazon e piani di sviluppo in ambito sanitario

La decisione di chiudere un servizio sanitario interno arriva sulla scia dell’acquisizione pianificata della società di cure primarie in abbonamento One Medical. Secondo quanto riferito, Amazon è anche interessata all’acquisto di Signify Health, una società che produce tecnologia per l’assistenza sanitaria a domicilio. Il colosso dell’e-commerce ha manifestato l’ambizione di espandersi nel redditizio mercato sanitario, anche con l’acquisizione della società di consegna di prescrizioni PillPack nel 2018 e dispone di una propria farmacia. Non solo. Non è la prima volta che Amazon chiude bruscamente un’impresa sanitaria: è già accaduto con Haven, un progetto lanciato con Berkshire Hathaway e JPMorgan Chase, iniziativa “fallita” nel 2021. Ora toccherà ad Amazon Care. Vedremo le prossime mosse del gruppo di Seattle in questo ambito.