
TikTok a un punto di svolta negli Usa. Il social network cinese si appresta a vivere una settimana cruciale alla luce dell’audizione che il suo ceo, Shou Zi Chew, avrà a Capitol Hill con i rappresentanti del Congresso il prossimo giovedì 23 marzo. Un passaggio che secondo molti addetti ai lavori potrebbe risultare decisivo per le sorti future.
TikTok: le accuse dei governi occidentali
TikTok è definitivamente nell’occhio del ciclone. L’indice è stato puntato nei confronti della casa madre ByteDance in ordine ai problemi di sicurezza sui dati dei cittadini americani (dunque degli utenti) con l’amministrazione della Casa Bianca guidata da Joe Biden che ha più volte manifestato la preoccupazione che possano essere mal gestiti e dunque entrare nelle mani del governo cinese di Pechino. A fronte di questo, e con effetto domino, è stato vietato l’uso dell’app sui dispositivi federali. Una decisione a cui hanno fatto seguito i provvedimenti adottati anche da Regno Unito, Unione Europea, Parlamento della Scozia e Nuova Zelanda.
Se la Silicon Valley e il Congresso fanno squadra
Dal canto suo TikTok ha più volte ribadito che i dati della privacy non sono mai stati rilasciati e governati in modo improprio. Negli Usa il social continua a spopolare ed è fruito da almeno 100 milioni di utenti. Alcuni esponenti democratici del Congresso e associazioni di tutela della libertà hanno manifestato ripetutamente la loro opposizione a una restrizione nei confronti del suo utilizzo. E ancora: TikTok ha annunciato un nuovo programma anche in Europa per la protezione dei dati con la creazione di due nuovi server. Ma a Washington, sembra che tutti questi interventi non abbiamo avuto alcuna presa. Non solo. Come ha riportato nei giorni scorsi il quotidiano Financial Times, proprio in vista della suddetta audizione del ceo di TikTok, le aziende della Silicon Valley e il Congresso avrebbero fatto squadra contro la presenza della Cina sull’industria tecnologica americana.