
Android è cresciuto molto in termini di esperienza e usabilità sui tablet. Google è stata obbligata a compiere velocemente grandi passi migliorativi, perché iOS rimane un punto di riferimento. Ma per tutti gli utenti che hanno l’esigenza di sincronizzare tutte le app Android dello smartphone, di ritrovare la medesima modalità di interazione e di non rinunciare agli acquisti fatti su Google Play, Oppo propone un tablet tutt’altro che da sottovalutare. Oppo Pad Air, come si può desumere dal nome, è leggero (440 grammi) e sottile, in virtù del profilo laterale di 6,9 mm. Tanto è sufficiente per ospitare un display Lcd Ips con diagonale da 10,36″ con profondità di colore a 10 bit, in linea con gli smartphone del brand, e una luminosità massima di 360 nits. Il pannello ha risoluzione di 2.000×1.200 pixel (rapporto 5:3, 225 ppi) e cornici laterali uniformi inferiori al centimetro.


Questo volume interno permette di ospitare la batteria da 7.100 mAh che è il vero punto di forza di questo tablet. L’Oppo Pad Air è capace di un’autonomia ben superiore alle 24 ore con un uso continuo e, lasciateci dire, estenuante di qualsiasi applicazione multimediale, di produttività, di messaggistica e di lavoro. In un utilizzo meno intenso e “da prova” il Pad Air riesce si ricarica una volta ogni due giorni almeno, se non tre. Per esempio, sfruttando solo la modalità di browsing di siti, social e piattaforme (via Wi-Fi) e di lettura di libri e documenti, si arriva tranquillamente a cinque giorni. La ricarica, peraltro, è sufficientemente veloce con l’alimentatore SuperVooc da 18 Watt in dotazione che completa l’operazione in un’ora e mezza circa.
Ma il display così ampio in uno spazio così contenuto è un invito all’utilizzo multimediale, con particolare predisposizione per lo streaming video. In questo ambito, l’Oppo Pad Air rasenta la perfezione. Come si diceva, è compatto, facilmente impugnabile in senso orizzontale e con una qualità video elevata, capace di valorizzare qualsiasi film e serie Tv da qualunque piattaforma in virtù dell’estesa scelta e compatibilità garantita dal Play Store.


Oppo Pad Air: la sua vocazione “cinematografica”
Per la cronaca, il display ha refresh verticale standard di 60 Hz ed essendo Lcd ha una limitata calibrazione dei colori su tre livelli (da freddo a caldo, noi l’abbiamo tenuta su “standard”). La riproduzione video mette in luce non solo le doti grafiche del display ma anche quelle dei quattro altoparlanti disposti a coppie sui lati più corti. Il senso di impugnatura è dato dalla webcam da 5 Mpixel posta sul lato alto più lungo. La maggior parte del tempo e degli utilizzi avvengono con lo schermo orientato in orizzontale; lo si gira in verticale per leggere e fruire dei social o dei sistemi di messaggistica.
Nonostante un hardware che potrebbe apparire “minimal”, merito per cui impatta in modo gentile sulla batteria, l’Oppo Pad Air ben si comporta anche nel gaming. Dai passatempi più semplici e meno “graphic oriented” fino ad Asphalt 9: è fluido, seppure nell’ultimo caso bisogna rinunciare a qualche effetto grafico secondario.


L’hardware si diceva. Oppo ha fatto una scelta intelligente di trovare un equilibrio tra SoC e memoria che, come detto, sfrutta in modo efficiente la batteria e consente una duttilità d’utilizzo. Dunque, il processore Qulacomm Snapdragon 680 (6 nm) ha architettura octa core con quattro core a 2,4 GHz Kryo 265 Gold e altrettanti a 1,9 GHz Kryo 265 Silver. La Gpu è Adreno 610, che mette a disposizione 8 pipeline di elaborazione a 1,8 GHz. Il modello in prova disponeva della configurazione a 4+128 GB di storage. La Ram è espandibile con ulteriori 1, 2 e 3 GB riservandoli dallo storage. La configurazione avviene nel pannello “Impostazioni/Informazioni sul dispositivo/Ram”. Anche lo storage è espandibile con microSD dal vano nella parte superiore sul bordo a destra della webcam. Abbiamo misurato i benchmark per pura curiosità, ma non è su questo fronte che si misura l’efficacia di un tablet che ha la sua vocazione del multimedia. Ebbene, con Antutu l’Oppo Pad Air ha sfiorato 279mila punti. Sufficienti per la maggior parte delle app di uso comune.


Oppo Pad Air insieme con le Tws Enco Air2 Pro
Il valore aggiunto del Pad Air è che, grazie ad Android personalizzato con l’interfaccia ColorOS 12.1 (la stessa degli smartphone più recenti) adattata all’uopo, bene si innesta nell’ecosistema del brand. Così la sincronizzazione dei dati e delle preferenze tra smartphone Oppo e tablet è pressoché automatica. Ed è per questo che abbiamo scelto di recensire gli auricolari Tws Oppo Enco Air2 Pro insieme a questo tablet.



Un po’ perché sono la scelta ideale da abbinare al Pad Air così fortemente propenso all’audio/video; un po’ perché il prezzo dell’investimento complessivo è equilibrato. L’Oppo Pad Air 4+128 GB è proposto a 349,99 euro sull’Oppo Store e gli auricolari a 79,99 euro. Con poco più di 400 euro si ha il kit multimediale perfetto.
Considerando che il Pad Air dispone di certificazione Dolby Atmos configurabile dall’app nelle Impostazioni, gli auricolari enfatizzano ulteriormente la vocazione del tablet. Basta attivare il Bluetooth sul device e aprire la custodia degli Air2 Pro affinché ColorOS 12.1 li riconosca e configuri in automatico con il classico menu a pop-up.


Gli Enco Air2 Pro vantano un semi in-ear, nel senso che si appoggiano al condotto uditivo ma senza occuparlo del tutto e ciò eleva il comfort per chi non apprezza il design che si inserisce in modo invasivo nelle orecchie, Inoltre gli steli laterali lunghi hanno il doppio vantaggio di migliorare la gestione del segnale Bluetooth e di attuare i gesti per controllare la riproduzione multimediale e attivare/disattivare il sistema di cancellazione attivo del rumore (Anc).
Dall’app si possono configurare tutte queste opzioni, tra cui anche impostare la modalità Trasparenza che non isola dall’esterno durante la riproduzione musicale. Da questo pannello si può anche impostare una sorta di equalizzatore per mantenere il suono originario, amplificare i bassi oppure la voce.
Le Enco Air2 Pro offrono un buon equilibrio sonoro, non tendono a esasperare i bassi (cosa che piace molto a chi scrive) pur rispettando medi e alti. Questi ultimi sono un po’ “squillanti” ma ne trae vantaggio la chiarezza del parlato. La resa complessiva delle Air2 Pro è molto buona, sia in modalità che potremmo definire “binge watching” sia musicale, nel quale restituiscono un suono “piatto” senza pre-setting di fabbrica e apprezzato dallo scrivente. Merito del drive da 12,4 mm, grande e generoso nella riproduzione acustica.


Le doti dell’Air2 Pro comprendono anche la certificazione IP54, qualora si voglia usarle per l’attività sportiva (perché resistono a spruzzi d’acqua e a polvere e detriti). In questo senso, rientra anche il peso di 4,3 grammi di ciascun auricolare e un’autonomia che arriva a circa sette ore di riproduzione, a cui si aggiungono più di 20 ore in virtù della batteria integrata nella custodia che ricarica le Tws. La ricarica completa di auricolari e cover richiede circa un’ora e mezza, mentre con 10 minuti inseriti nella custodia si ottengono oltre 100 minuti di riproduzione acustica.
L’abbinata non solo ci è piaciuta perché i due device si completano in modo efficace, ma anche perché abbiamo avuto la conferma che l’esperienza d’uso di Android 12 con ColorOS 12.1 vista sugli smartphone è stata riportata in modo coerente sul tablet.

L’ambiente familiare della ColorOS 12.1 di Oppo
Sull’Oppo Pad Air ritroviamo dunque tutte le funzioni tipiche di questa piattaforma, tra cui quelle di personalizzazione dei colori e dell’aspetto dell’interfaccia nel suo complesso. Sono inoltre presenti le opzioni per dividere lo schermo in due oppure per abbinare due app in finestra o per visualizzare le applicazioni in una finestra fluttuante. Sono strumenti già visti sugli smartphone ma che su un display così ampio da 10″ permettono di sfruttare al massimo la superficie disponibile. Per la cronaca i sistemi di protezione dall’accesso comprendono il riconoscimento del viso, la password e i classici di Android, ma non il riconoscimento delle impronte digitali.
Il tempo di apprendimento della ColorOS 12.1 è pressoché nullo in quanto propone un ambiente pressoché identico a quello stock di Android 12 ma con in più interventi estetici migliorativi. Così come già abbiamo visto sugli smartphone di Oppo, né più né meno. Bisogna solo prendere confidenza con la tastiera di Android, quella di default, perché per averla a tutto schermo bisogna impostare l’opzione nella configurazione delle app.



Chiudiamo con il reparto imaging. La webcam frontale da 5 Mpixel è adeguata per le videocall. La fotocamera posteriore da 8 Mpixel, f/2.0 e autofocus permette di fare scatti di buona qualità in condizioni ideali di luce, ma con scarsa luminosità evidenzia rumori di fondo. È un sensore “di servizio” adatto per scattare foto ma che non pretende di essere “fotografico” in senso stretto. Tant’è che gira video solo in Full HD e lo zoom non è ottico, bensì un crop sull’inquadratura che diventa difficile da controllare quando si aumenta il fattore di ingrandimento a causa della mancanza dello stabilizzatore ottico.



Questo per dire che l’Oppo Pad Air permette di fare foto ma non si pretenda la qualità di uno smartphone. Però, il sensore fotografico posteriore è incastonato in una lavorazione “a onde” che impreziosisce il dorso del tablet. A conferma che Oppo non ha lasciato nulla al caso, nemmeno il design elegante, compatto e particolare.





