
Che finora si sono trattate di voci per tranquillizzare il mercato, era ben chiaro a tutti. L’operazione fatta da Apple a dicembre, senza numeri e cifre, per sostenere che l’iPhone XR vendesse più di qualsiasi altro iPhone, non è servita. I segnali di una decrescita nell’interesse e nelle vendite erano chiari e ben strillati da tutti i partner. Che poi Apple avesse affrontato questa fase con un atteggiamento ancora più chiuso, monolitico ed esclusivo rispetto al passato, aveva solo corroborato le dicerie. Oggi la conferma: Tim Cook, Ceo di Apple, ha vergato una lettera indirizzata agli investitori abbassando le prospettive di fatturato dell’ultimo trimestre fiscale del 2018. Motivo della decrescita? Scarsa domanda degli iPhone. “Come volevasi dimostrare”.
Sos di Cook
“Ci aspettiamo questi risultati: fatturato di 84 miliardi di dollari; margine lordo del 38%; spese correnti di 8,7 miliardi di dollari; altri ricavi per 550 milioni di dillari; tasse del 16,5%”. Questi sono i numeri snocciolati dal Ceo della società di Cupertino nelle prime righe della missiva agli investitori leggibile nella sua interessa in questa pagina: https://www.apple.com/newsroom/2019/01/letter-from-tim-cook-to-apple-investors/
“Stando alle nostre stime, il fatturato è inferiore rispetto a quello ipotizzato inizialmente per il trimestre in corso”, lo certifica Cook. Che specifica come sia necessario iniziare a condividere queste informazioni in attesa dei dati effettivi, che arriveranno entro pochi giorni. Risultati finali che potrebbero “differire in qualche modo da queste stime preliminari”.
E poi si entra nella sezione più politica. “Quando abbiamo discusso le stime, sapevamo che il trimestre sarebbe stato impattato da dinamiche macro-economiche e da fattori specifici di Apple”, spiega il Ceo. E così ecco quali sarebbero i fattori che hanno impattato negativamente sulle vendite:
- primo: i nuovi iPhone sono stati lanciati con un timing differente rispetto all’anno scorso, situazione che mette a repentaglio il confronto tra 2018 e 2017. Cook descrive una situazione di canale secondo cui gli iPhone Xs e Xs Max sono arrivati a settembre, mentre l’iPhone X era arrivato proprio in occasione dell’inizio del trimestre. Ciò a valorizzato maggiormente il periodo natalizio nel 2017, mentre nel 2018 si è sentita una domanda inferiore.
- Secondo: il dollaro forte ha creato una contro-leva nell’export con un fatturato potenziale sensibilmente inferiore rispetto all’anno precedente. Certo, gli iPhone Xs Max a oltre 1.500 euro sono colpa del dollaro. Peccato che in Italia gli iPhone hanno sempre avuto un prezzo nettamente più svantaggioso che in altri Paesi, ma non è mai stato un problema, semmai un vanto. Anche in questo caso, politica.
- Terzo: ci sono stati tantissimi nuovi lanci di prodotto in poco tempo, situazione che ha ristretto gli spazi per dare vita a una logistica efficiente. Ne hanno risentito “Apple Watch Serie 4, iPad Pro, AirPods e MacBook Air”.
- Quarto: in alcuni mercati emergenti la ridotta forza economica a ridotto le vendite. Tra questi Paesi incriminati spicca, tanto per cambiare in questo continuo confronto Usa-Cina, la Grande Cina che ha ridotto considerevolmente il sell-out di iPhone, Mac e iPad. L’inversione di tendenza della Cina è iniziata nella seconda metà del 2018 ma si è abbattuta nel periodo natalizio. La situazione di tensione tra le due nazioni non ha aiutato e ha originato una condizione di incertezza, che ha scoraggiato partner e consumatori.
E sulla Cina Cook punta il dito, sostenendo che le decrescite più imporati di fatturato sono avvenute a causa di una domanda ridotta di iPhone, wearable e servizi. C’è tutto un capitolo su quanto la Grande Cina abbia di fatto penalizzato i risultati finanziari di Apple: tutto da leggere.
La lettera di Tim Cook è un tentativo di trovare capri espiatori per una offerta di prodotto forse poco centrata sulle effettive attenzioni dei consumatori. La concorrenza si è fatta più forte e non basta appellarsi a una crisi Stati Uniti-Cina, peraltro causata dagli stessi States.
Orizzonti futuri
Però, nonostante le spiegazioni forse un po’ troppo unilaterali, il Ceo di Apple si dimostra ottimista per il futuro. Perché nel trimestre incriminato sono state poste le basi per il business nel 2019 e nel 2020 e la liquidità è stata sostenuta, con oltre 130 miliardi di dollari in cassa.
A questo indirizzo potete anche ascoltare le dichiarazioni ufficiali di Tim Cook sulle vendite di iPhone nell’intervista concessa a Cnbc: https://www.cnbc.com/video/2019/01/02/apple-tim-cook-revenue-stocks.html
L’obiettivo è guardare al futuro imparando dal passato. Affrontando le situazioni negative e attivando nuove iniziative, apportando i giusti correttivi e affidandosi alla resilienda di Apple. Intanto però il Nasdaq penalizza la società di Cupertino.
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