
Il titolo di Telecom Italia (TIM) è aumentato del 2,9% dopo che l’investitore statale CDP ha rinnovato il proprio sostegno a un piano, in fase di stallo, per unire gli asset di rete dell’ex monopolio della telefonia con quelli del rivale della fibra ottica Open Fiber.
L’Italia dovrebbe costruire rapidamente un’unica rete a banda larga per evitare la duplicazione degli investimenti mentre si prepara a investire i fondi europei per la ripresa, ha detto al quotidiano Il Sole 24 Ore Giovanni Gorno Tempini, presidente del CDP di proprietà del Tesoro.
La linea fissa di TIM è l’asset più prezioso dell’azienda (fortemente indebitata) e un’unica rete aiuterebbe il gestore telefonico a incrementare i suoi rendimenti riducendo la concorrenza.
Gorno Tempini, che siede nel consiglio di amministrazione di TIM, ha spiegato che non c’è altra alternativa se non rilanciare l’accordo tra il gruppo telefonico e Open Fiber. “E bisogna sbrigarsi: tra due anni le possibili sinergie su investimenti e progetti potrebbero essere meno rilevanti”, ha concluso.
Con una quota del 10%, CDP è il secondo investitore di TIM e controlla Open Fiber.

“Queste dichiarazioni sembrano insolitamente rialziste, a nostro avviso, e sembrano far rivivere il dossier rete unica, dopo che era stato congelato per mesi in seguito alla nomina del nuovo governo quasi un anno fa”, affermano gli analisti di Intesa Sanpaolo.
TIM sta affrontando un approccio di acquisizione da parte del fondo statunitense KKR, che ha valutato indicativamente il gruppo a 33 miliardi di euro incluso il debito.
Alla domanda su KKR, Gorno Tempini ha affermato che CDP ha lavorato abitualmente con investitori privati la cui presenza è stata un voto di fiducia nelle scelte di investimento dell’ente pubblico.
KKR, che detiene già il 37,5% della rete dell’ultimo miglio di TIM, prevede di ritagliare le immobilizzazioni e conferire a CDP un ruolo di primo piano nella loro supervisione, hanno fatto sapere alcune fonti contattate da Reuters.
Anche il primo investitore di Tim, Vivendi ha espresso la disponibilità a cedere allo Stato la rete di controllo.
Con il posto vacante di amministratore delegato, dopo che il precedente Luigi Gubitosi si è dimesso a novembre a seguito di una serie di avvisi di profitto, TIM deve ancora rispondere all’istanza di KKR, che Vivendi considera troppo bassa.
TIM, che ha promosso l’esecutivo Pietro Labriola a direttore generale, dovrebbe nominare entro la fine di gennaio un nuovo amministratore delegato. Una riunione ordinaria del consiglio sarebbe già stata fissata per il 26 gennaio.