Thierry Breton, Commissario al Mercato Interno e ai Servizi dell0'Ue (immagine del sito https://commission.europa.eu/)
RUSSELL HOBBS

“L’Europa è in ritardo rispetto ad altre regioni e ha bisogno di investire massicciamente nella sua rete di telecomunicazioni per raggiungere i suoi obiettivi digitali”: parole e musica sono di Thierry Breton, Commissario al Mercato Interno e Servizi dell’Ue. Un’affermazione chiara che spiega la sua posizione volta a spingere le Big Tech ad accettare la cosiddetta tassa sul traffico in modo tale da finanziare la diffusione della banda larga e del 5G.

Tassa sul traffico: le ragioni dell’Ue e lo sviluppo della rete 5G

Sulla questione le posizioni continuano a divergere. Circa venti giorni fa il BEREC (l’Organismo dei Regolatori Europei delle Comunicazioni Elettroniche, un’agenzia dell’Ue con sede a Riga) aveva espresso parere contrario alla richiesta avanzata dai principali player delle Tlc (Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Telecom Italia). A inizio giugno – durante l’incontro dei ministri dell’Innovazione e del Digitale – gli esponenti di 18 paesi dell’Ue avevano criticato la tassa sul traffico proposta e presentata dalle organizzazioni tra cui la GSMA ed ETNA.  Ma Thierry Breton non ci sta e sembra intenzionato a tirare dritto. Questa la sua tesi: “La capitalizzazione di mercato delle telecomunicazioni dell’Ue è costantemente inferiore a quella degli Stati Uniti. È meglio essere una società di telecomunicazioni negli Stati Uniti che in Europa. In termini di diffusione del 5G, l’Ue è in ritardo rispetto ad altre regioni del mondo. Solo per alcune cifre, la copertura della popolazione 5G è del 95% negli Stati Uniti contro il 72% nell’Eurozona. Adeguato al Pil, l’investimento nel 5G nei Paesi dell’Unione è inferiore rispetto ad altre regioni del mondo”. Ancor più perché diventano strategici investimenti corposi nell’edge cloud computing, nell’intelligenza artificiale e nella virtualizzazione della rete. Quindi l’affondo di Thierry Breton: “Non abbiamo tempo da perdere ed è per questo che si deve iniziare a procedere con l’infrastruttura. A chi mi chiede se questa, le telecomunicazioni in rete e la connettività sono adatte allo scopo per abbinare i nostri dati digitali, la mia risposta oggi è no”. Una nota anche rispetto alla cosiddetta Neutralità della Rete: “Non la toccheremo e non la cambieremo, perché questo fattore è incorporato nei nostri valori e nel nostro decennio digitale”. Il Commissario Ue ha infine evidenziato che, a fronte della sua richiesta per avere un feedback dalle parti interessate e coinvolte, ha ricevuto 437 contributi. Entro la fine di giugno dovrebbe pubblicare un rapporto che indicherà i prossimi passi che saranno compiuti.