A pochi passi dal centro nevralgico della mobility in salsa catalana, c’è il centro commerciale che ospita il negozio Xiaomi. Quest’ultimo ha aperto i battenti proprio in concomitanza con l’apertura del Mobile World Congress 2018 ma è passato quasi in sordina. Eppure è molto importante, magari non quanto gli annunci che si sono tenuti alla Fira Barcelona Gran Via, tuttavia pur sempre di grande importanza.
Sì, perché è il primo ufficiale in Europa, aperto proprio nel Paese in cui Xiaomi ha iniziato l’invasione del Vecchio Continente e dove c’è la sede ufficiale dell’azienda (quasi un’antenna continentale). Dunque sulla base del layout si possono già trarre considerazioni sulla forma che avrà anche il punto vendita previsto in centro a Milano. Il brand cinese ha un formato espositivo abbastanza collaudato, che abbiamo esplorato in anteprima esclusiva qualche ora prima di tornare in Italia.
Ecco il video fatto all’interno del negozio
Nel centro commerciale
Attraversiamo la strada che divide la sede del Mwc 18 dal centro commerciale Gran Via 2 di Hopitalet. Lo spazio occupato da questo building è immenso: il negozio di Xiaomi si trova proprio alla fine della scala mobile che si incontra dall’entrata rivolta verso la fiera. Nulla sembra lasciato al caso. Dato che l’inaugurazione è avvenuta da qualche giorno, ad accoglierci ci sono ancora i palloncini arancioni e bianchi ai lati delle porte.
La prima cosa che colpisce è la quantità di persone che entrano: non sono solo curiosi. Anzi. Tanti acquistano ed escono con borse in mano. Molte di queste sono arancioni e piccole; impariamo ben presto a capire che contengono gli smartphone. E non sono pochi. La coda alle casse, posizionate in fondo proprio sotto al mega display a led, è sostenuta, seppure non lunga. Si accetta ogni forma di pagamento, Apple Pay incluso. Ecco, parliamo subito della Mela morsicata. L’ingresso ricorda molto da vicino quello degli Store di Cupertino, con i tavoli color ciliegio sul quale sono appoggiati in perfetto ordine i vari modelli di Xiaomi.
Ai lati della navata centrale sono posizionati tre tavoli per lato (lunghi circa 2 metri) dove sono ospitati i vari smartphone declinati nei loro colori. Servono a fare da traino per le attenzioni delle persone e per far scattare la voglia di entrare nella superficie. Dopo si riconoscono le due zone laterali.
A destra il muro dove si trovano gli accessori: auricolari, cover, wearable e Iot. A sinistra ci sono due vani. Il primo subito di fianco all’ingresso ospita i Tv: tutti i modelli prevedono la connettività e, in alternativa, si può acquistare la Mi Box per visualizzare sul televisore i contenuti multimediali, compresi quelli ospitati sullo smartphone e nel cloud di Xiaomi. In vetrina è messo in bella vista lo scooter elettrico, con un prezzo di poco inferiore a 400 euro.
Un metro più in là è stato ricavato un altro vano dove si iniziano a scorgere i primi prodotti sui generis, ossia lontani dalla tecnologia stretta. Oltre alla colonna con il robot-montabile che si controlla dallo smartphone, ci sono le salviette di ogni dimensione e forma che si asciugano velocemente. E ancora: i router in due varianti, il purificatore d’aria (non ancora disponibile), la bilancia connessa e la lampada-abat jour che cangia colore a seconda di come si configura l’app.
Proseguendo sul lato sinistro e avvicinandosi all’antecassa si vedono gli zaini, una serie di accessori per il Mi Band, il fitness band di Xiaomi, la staffa per i selfie e lo stativo per gli smartphone e, infine, le penne. Penne stilo dal prezzo aggressivo, in alluminio, dedicate alla carta, non ai dispositivi elettronici. Proprio di fronte alle casse ci sono, tra gli altri, auricolari entry level, mouse, cover, battery pack, speaker Bluetooth, cacciaviti con le punte per elettronica, i visori per la realtà aumentata e la videocamera.
Quest’offerta ha una caratteristica comune: vanta prezzi con un equilibrio invidiabile tra l’offerta entry level e quella premium, offrendo al contempo una cura costruttiva e di packaging da top di gamma.
L’esperienza d’acquisto
Abbiamo provato ad acquistare qualche prodotto. Un esperimento: un router (bellissimo, tra l’altro), una penna a sfera, auricolari “da battaglia” e un asciugamano. Il totale è stato poco più di 38 euro. Avvicinandosi alla cassa si riconoscono, appoggiate in fondo, le scatole dei prodotti più costosi, tra cui gli smartphone. Mentre per quelli voluminosi bisogna attendere l’addetto che li recupera dal magazzino di fianco al bancone.
Il personale si è rivelato disponibile e sorridente. Una ventina di persone si muovono su un’aera di circa 150 mq e sono sempre sorridenti, atteggiamento che ha il duplice vantaggio di fare sentire a proprio agio i consumatori e di invogliare all’acquisto. Altro aspetto che colpisce è la totale libertà d’azione delle persone sulla superficie.
Si possono toccare e provare tutti i prodotti in vendita. Qualsiasi cosa inscatolata trova il suo corrispondente acceso e funzionante sui banconi. Nessuna fretta, nessun controllo. La soluzione migliore per intercettare i desideri d’acquisto è permettere ai consumatori di sperimentare e regalare la sensazione che il prodotto sia già quasi suo.
Conclusioni
Xiaomi ha capito (ma non è difficile) che solo così si finalizza la vendita. Non solo, anche una volta acquistato, si può continuare a girare nel negozio, curiosare, ritornare alla cassa con un nuovo prodotto. Il sorriso accoglie sempre il cliente finale. Alla fine si esce dal negozio un po’ più leggeri finanziariamente, ma sicuramente soddisfatti, felici e orgogliosi del proprio acquisto. Anche per questo i sacchetti Xiaomi sono ad alta densità all’uscita del negozio.
E poi rimane la voglia di iniziare a usare ciò che si è appena conquistato, ancora una volta perché luci, ambiente, tranquillità e ordine del punto vendita hanno conferito un’aurea di attesa bramosa di poter mettere finalmente in opera ciò che si è acquistato. Se anche in Italia sarà questa l’esperienza che si vive nel futuro negozio di Xiaomi, il 2018 sarà un anno molto interessante per la telefonia mobile…
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