ipad air m1 recensione review igizmo
NIKON

Quasi nove mesi. Da così tanto tempo l’iPad Air (2022) con SoC M1 ci sta seguendo in qualsiasi trasferta, esigenza lavorativa o personale, necessità di produttività, di svago e multimediale. La quita generazione ha sostituito l’iPad Air di quarta generazione, insomma quello precedente che però era affidato a un SoC A14 Bionic a 64 bit, che avevamo in dotazione e del quale ricalca sostanzialmente il medesimo design.

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Mettendoli l’uno di fianco all’altro non si notano differenze esteriori sostanziali. Sì, il modello M1 è leggermente più pesante (460 grammi contro 462 grammi dell’iPad Air di 5a generazione), nemmeno la batteria è stata sostituita: sono entrambi animati da un accumulatore da 28,6 Wh. Dunque, a parte il SoC, i due tablet di Apple sono identici e queste le caratteristiche fondamentali:

Display: 10,9″
Storage: 256 GB
Risoluzione: 2.360×1.640 pixel, 264 ppi
Luminosità: 500 nit
Apple Pencil: 2a generazione
Dimensioni: 247,6×178,5×6,1 mm
Peso: circa 460 grammi
Fotocamera: 12 Mpixel, grandangolare, f/1.8, zoom digitale 5x, obiettivo a cinque elementi
Selfie: 12 Mpixel, ultra-grandangolare (122°), f/2.4, correzione automatica inquadratura e stabilizzazione
Connettività: Wi-Fi 6, Bluetooth, 5G (nel caso del modello M1) e 4G (Air 4a gen), Gps, Usb-C 3.1 Gen 2 con supporto per video esterno
Scheda: nano Sim + eSim
Batteria: 28,6 Wh

Ora, la fortuna è poter comparare entrambi i modelli per capire quanto incide veramente il passaggio dalla precedente evoluzione di Apple Silicon, ovvero l’A14 Bionic usato anche per gli iPhone, alla nuova e più performante M1. Avendo una piattaforma sostanzialmente consolidata tra i due modelli si può ragionare quanto l’M1 produca un incremento sostanziale di efficienza, efficacia e autonomia in qualsiasi condizioni.

C’è però un “ma” che va subito emendato. Ossia, il nuovo iPad Air 2022, quello con M1, può contare su 8 GB di Ram. Il doppio rispetto al precedente Air con A14 Bionic, assistito da 4 GB di Ram e risalente al 2020. Questo contribuisce al salto di prestazioni che rende l’iPad Air 2022 con M1 il migliore tablet attualmente proposto da Apple.

Con “migliore” intendiamo che propone un hardware adeguato a qualsiasi necessità, dalla fruizione di contenuti fino all’editing avanzato audio/video; in più è compatto, ha un display dell’eccellente resa grafica, dispone della connettività 5G e il tutto ha un costo “abbordabile” (soprattutto se acquistato attraverso il gestore telefonico). Il modello da 64 GB è il minimo indispensabile. Se pensate già di usarlo anche per funzioni avanzate come l’editing foto, audio e video, allora è meglio orientare l’investimento sulla variante da 256 GB che ha un prezzo a partire da 989 euro. Il modello in prova da 256 GB con connettività cellulare è proposto a 1.189 euro.

A questa cifra, occorre sommare una cover ma ci permettiamo di consigliarvi l’acquisto di una cover con tastiera, sia essa originale Apple oppure tra quelle compatibili disponibili on-line. Nel nostro caso abbiamo scelto il modello di Logitech denominata Folio Touch che ci ha permesso di surrogare il notebook in condizioni di mobilità.

iPad Air M1 è più simile al MacBook Air M1 che all’iPad Air 2020

A questo punto la recensione, che poi è la descrizione della nostra esperienza d’uso, si snoda a triangolo su tre punti: l’Air M1 al confronto con l’Air 2020 e con il MacBook Air M1.

Prima di addentrarci, affrontiamo subito l’argomento imaging. La fotocamera posteriore è ereditata dal sensore principale dell’iPhone 12 e permette scatti di buona qualità e di registrare video in 4K. È puramente di “servizio”, nel senso che non rende l’Air M1 un tablet fotografico ma comunque è un dispositivo capace di una buona resa, soprattutto in condizione di luce ottimale. C’è il flash e aiuta quando la luminosità ambientale non è il massimo, ma in ogni caso rimane un sensore fotografico che non sostituisce quello dello smartphone e non vuole essere la risorsa primaria per scattare foto. Eccellente, invece, il sensore interno per le videochiamate perché si tara sia sulla luce ambientale sia sulla posizione della persona inquadrata. L’angolo di campo di 122° aiuta a realizzare chiamate di gruppo ben centrate sulle persone e con una resa grafica elevata. Ottimo.

Detto ciò per dovere di cronaca, ci concentriamo sulle prestazioni. E una volta iniziato a usare l’Air M1 non si torna più indietro. Soprattutto in abbinata con una tastiera. Sì, è vero: il display da poco più di 10 pollici è una superficie che all’inizio lascia disorientati, abituati anche solo al MacBook Air M1 da 13″. Ma poi si prende l’abitudine e non appare più limitata ma, anzi, grazie agli strumenti che semplificano il multitasking di iOS 16, tra cui la possibilità di suddividere il display oppure di utilizzare più app in contemporanea, ci si destreggia senza rimpiangere pannelli di diagonale maggiore. In particolare quando ci si trova in condizioni di mobilità e con la cover tastiera: si lavora, si produce o si messaggia riducendo al massimo l’ingombro e sfruttando al meglio gli spazi offerti dai mezzi pubblici e non solo.

Non si rimpiange il MacBook Air M1 nemmeno nelle potenzialità di elaborazione. Abbiamo operato sui video, molti dei quali pubblicati su iGizmo.it sono stati montati direttamente dall’iPad Air M1, usando sia iMovie sia il più evoluto LumaFusion, che mette a disposizione uno spettro di tool di livello professionale. La velocità di rendering è pressoché identica tra Mac e iPad: una video intervista di 15 minuti, con correzione di colore e audio (incremento del volume, equalizzazione e riduzione del rumore), l’inserimento di titoli e di effetti di transizione ha, in entrambi i casi, impiegato meno di quattro minuti per essere esportata.

L’unica reale differenza è che sull’iPad non si possono “appoggiare” file nelle cartelle come avviene in macOS ma bisogna sfruttare iCloud Drive per simulare la struttura di un disco fisso. Con un retroscena affatto secondario: i file risultano così sincronizzati tra tutti i dispositivi di Apple, dal Mac all’iPhone, passando per altri device persino con Windows installando l’apposito software.

L’iPad Air M1 2022: pregi e virtù del “migliore iPad”

Se l’iPad Air M1 esce a testa alta dai compiti più gravosi, così come lo farebbe un MacBook Air M1, è altrettanto convincente e brillante nell’uso tipico di un tablet: la fruizione di contenuti e l’uso delle app. La piattaforma assicurata da M1 e dagli 8 GB di Ram lo rendono reattivo e privo di alcuni fastidiosi “lag” che saltuariamente si incontrano nell’utilizzo intenso della versione 2020, ossia affidata all’A14 Bionic. In particolare, la riproduzione di streaming video è eccellente, anche in virtù del pannello che risponde in modo adeguato in termini cromatici e di dinamica HDR.

Certo, è indubbia la grande differenza tra iPad Air e Pro: quest’ultimo ha un Oled, l’Air 2022 ripropone il classico Lcd Ips (500 nit luminosità massima) senza tasto Home e con bordi squadrati. Le cornici di un centimetro sono omogenee sui quattro lati e rendono perfettamente simmetrica la visualizzazione sia in orizzontale sia in verticale. Sui lati più corti trovano posto i quattro speaker stereo di ottima qualità. La combinata visiva e ottica è di alta qualità, seppure inferiore alle soluzioni Oled. Ma considerando la qualità complessiva dell’iPad Air M1, si può tranquillamente affermare che l’intero “pacchetto” è ciò che meglio sintetizza il concetto di tablet per Apple: prestazioni, qualità audio e grafica e autonomia.

La durata della batteria è un elemento di forza non secondario. Il modello 2022 con M1 è più longevo rispetto all’Air 2020 con A14 Bionic. La batteria assicura un’intera giornata di lavoro senza ricaricare in modalità Wi-Fi. Quando si attiva la connettività cellulare 5G, questa è una grande comodità per rimanere connessi ma risulta più energivora rispetto al Wi-Fi 6 ma non si scende sotto la giornata lavorativa. In sostanza, l’M1 è altrettanto efficiente in termini energetici così come lo abbiamo apprezzato sul MacBook Air M1. Tanto che l’Air 2022 assicura almeno un 15% in più di autonomia rispetto all’Air 2020 operando nel medesimo modo.

In più offre prestazioni che arrivano anche al 50% in più soprattutto nella parte di elaborazione grafica. Lo si nota in modo evidente nei giochi e nei programmi ad alta intensità grafica (editing video e di foto).

La porta Usb-C come ponte tra iPad Air M1 e il mondo esterno

Non manca la porta Usb-C per la ricarica: con un alimentatore a 30 Watt, il massimo consigliato, si torna al 100% nell’arco di un paio di ore. Mettendo in modalità aereo e lasciando spento il display, si riduce di una mezz’ora circa il tempo di ricarica. La porta Ubs-C permette di collegare hub multi porta per collegare tastiere o unità esterne, ma anche display per proiettare presentazioni o documenti. Con Vlc si possono anche riprodurre video ma non con le app di streaming, soprattutto quelle che hanno restrizioni sull’uso di pannelli esterni (per esempio, Sky GO). L’Usb-C è la porta che permette all’iPad Air M1 di accrescere le potenzialità e di connettere numerosi accessori esterni, riconosciuti in automatico da iOS 16 ancora più efficiente, semplice e adattato alle modalità di utilizzo sul tablet.

iOS 16 mostra le sue potenzialità non solo perché consente di interagire via touchscreen con le app, ma anche perché assicura una precisione migliore con la Penna di 2a generazione. Che permette di scrivere e disegnare a mano libera in modo realistico, come sulla carta, tenendo in considerazione la pressione e l’inclinazione. Se solo il pannello fosse meno liscio e simulasse l’attrito, si avrebbe la sensazione reale di operare sulla carta.

L’iPad Air M1 (2022) è il migliore ma ciò non significa sia perfetto. Il display ha un trattamento lucido e risente dei riflessi. Inoltre opera solo a 60 Hz, per quanto la calibrazione cromatica attuata da Apple rasenti la perfezione. Infine, non ha il FaceID ma il TouchID integrato nel pulsante di accensione. Si trova in alto a sinistra, ovvero nella parte superiore del lato sinistro quando si impugna l’iPad in senso orizzontale. Quando l’Air M1 è tenuto in verticale, il TouchID è comodo e non reca particolari fastidi. Quando si ruota l’Air in modalità verticale, è fin troppo semplice finire a toccare il tasto e a mettere in stand-by il display. Bisogna imparare a impugnare il tablet in modo tale da non schiacciare ogni volta il TouchID e ritrovarsi con lo schermo nero.