
Le ultime 48 ore sono state a dir poco roventi per la Gsma, l’ente che organizza il più importante evento mondiale legato alla mobility. Sotto le pressioni del Coronavirus e delle defezioni (sempre più pesanti) delle aziende espositrici preoccupate di non mettere a rischio la salute dei dipendenti, il Mobile World Congress 2020 è stato cancellato. Annullato, rimandato al prossimo anno.
Era nell’aria. A inizio settimana la Gsm Association aveva comunicato che venerdì 14 febbraio si sarebbe tenuta una importante riunione per decidere quali misure prendere per evitare il contagio nei corridoi della Gran Fira, lo spazio espositivo che ospita la fiera. Questa riunione doveva coinvolgere anche la città di Barcellona, parte in causa per l’enorme giro d’affari e l’impatto economico che Mwc è in grado di generare nelle giornate clou.
La riunione è stata anticipata alle 13.30 del 12 febbraio, bruciando il “caliente” incontro di San Valentino. E non deve essere stata una situazione rilassata. La Gsma insieme con le rappresentanze ufficiali di Barcellona hanno deciso di evitare qualsiasi rischio di contagio con la misura più estrema: annullare il Mobile World Congress 2020. Appuntamento dunque per l’edizione 2021.
La Association nelle scorse ore aveva fatto pressioni, in modo nemmeno tanto segreto, sulla città di Barcellona affinché dichiarasse il Coronavirus una emergenza sanitaria e umanitaria mondiale. Questa presa di posizione delle istituzioni avrebbe assicurato il viatico per scongiurare richieste di rimborsi e danni dagli esercizi economici cittadini (ristoranti, bar, alberghi, taxi, servizi e così via). Ci guardiamo bene dal dire che gli interessi monetari congiunturali legati a un evento siano prioritari rispetto alla salute delle persone e al cospetto di quella che è una emergenza mondale, tuttavia anche questi aspetti così prosaici hanno un peso non indifferente nelle scelte che sono state prese.
L’annuncio ufficiale per annullare Mwc 20
Arriviamo dunque alle 19 del 12 febbraio 2020: nelle mail degli accreditati al Mwc 2020, tra cui chi vi scrive, e sul sito ufficiale della fiera compare la seguente scritta.
“12 February 2020, Barcelona: Since the first edition of Mobile World Congress in Barcelona in 2006, the GSMA has convened the industry, governments, ministers, policymakers, operators and industry leaders across the broader ecosystem.
With due regard to the safe and healthy environment in Barcelona and the host country today, the GSMA has cancelled MWC Barcelona 2020 because the global concern regarding the coronavirus outbreak, travel concern and other circumstances, make it impossible for the GSMA to hold the event.
The Host City Parties respect and understand this decision.
The GSMA and the Host City Parties will continue to be working in unison and supporting each other for MWC Barcelona 2021 and future editions.
Our sympathies at this time are with those affected in China, and all around the world.
Further updates from the GSMA, are on our website and can be found on www.mwcbarcelona.com”.
Traducendo in prosa, si legge che fin dalla prima edizione 2006 del Mobile World Congress a Barcellona la Gsma ha raccolto industria, governi, ministri, politici, leader e operatori in un ampio ecosistema. Tuttavia il dovuto riguardo alla sicurezza e alla salute ambientale sono fondamentali per il rispetto della città di Barcellona e del Paese, dunque la “Gsma ha cancellato Mwc 2020 a causa delle preoccupazioni globali sull’esplosione del Coronavirus”; preoccupazioni che si declinano anche sugli spostamenti. La città di Barcellona “rispetta e comprende la decisione”. E si conclude confermando come la Association e le istituzioni continueranno a lavorare “all’unisono e supportandosi a vicenda per l’edizione 2021 e quelle future del Mwc”.
Giusto per dare la misura di cosa sia il Mobile World Congress: ogni anno partecipano oltre 1.200 aziende in tutto il mondo e intervengono più di 100mila persone. L’impatto economico su Barcellona è pari a circa 500 milioni di euro e genera oltre 14mila occupati part-time.
Un precedente pericoloso e il caso di Ise 2020
La cancellazione di Mwc 2020 è un evento che fa storia. Stiamo vivendo in un contesto storico, sociale, sanitario ed economico del tutto nuovo e inedito, nel quale si cancella con relativa “facilità” un evento contraddistinto da una magnitudo mediatica e commerciale enorme. Alcune tra le più importanti aziende al mondo, che determinano fatturati ingenti e impattano quotidianamente con i loro prodotti sulla vita delle persone, si sono viste sfilare un evento per, certo (e lo ribadiamo), una emergenza sanitaria di gravità indiscutibile.
Ma proprio questa fusione di ingredienti determina uno spazio di manovra tutto nuovo, mai visto finora. Nemmeno in eventi passati con minacce di vario tipo si è proceduto a una scelta così radicale e dolorosa, in tutti i versi la si voglia guardare e analizzare. La decisione (coraggiosa) della Gsm Association è destinata a creare un precedente gigantesco, che da una parte offre l’occasione di emulazione e allineamento, dall’altra mette a disposizione di altri eventi fieristici un’occasione unica. Probabilmente a questo punto l’industria inizierà a muoversi in modo indipendente, quantomeno nel 2020. E nel 2021 farà valere una seria ipoteca sulle sorti di Mwc, che negli ultimi due anni non ha brillato per incisività.
Ragionamenti che troveranno conferma o smentita nelle prossime settimane. Tuttavia alcuni dati sono interessanti. Sono sempre i “segnali deboli” quelli più interessanti da analizzare. E quindi l’E3, l’evento di Los Angeles dedicato ai videogame, ha già visto la defezione di Sony (per sue motivazioni) a cui potrebbero unirsi altri brand nell’immediato futuro. E che dire di altre fiere simili non legati alla tecnologia? Il “casus belli” dato dalle decisioni riguardo a Mwc 2020 non solo fa storia, ma crea ripercussioni di portata non ancora quantificabili concretamente.
Nel frattempo però ad Amsterdam va in scena Ise 2020, la fiera dedicata all’audiovideo nella quale partecipano 52mila persone per 1.300 aziende che espongono, di cui 200 provenienti dalla Cina. Proprio nel bel mezzo della tormenta Coronavirus.