
Uno smartphone non è soltanto la somma di caratteristiche tecniche e prezzo. Appiattendo il ragionamento, ogni oggetto perde valore. Un’auto alla fine sono quattro ruote, un motore, un volante e dei sedili: detta così qualsiasi modello è capace di soddisfare il bisogno, perché mirare a modelli costosi? Stesso discorso vale per i vestiti: i jeans sono sempre jeans, chi ve lo fa fare di investire quattrini in modelli da prezzi esorbitanti?
Eppure questi e altri principi sono andati perduti nel mondo della tecnologia, sostituiti dalla logica della configurazione incrociata con il prezzo. Come se le memorie, i display e i moduli impiegati fossero tutti gli stessi, indipendentemente dal brand e dal prezzo.
No, è un errore ragionare in questi termini. È un errore marchiano se fatto dai consumatori e ancor di più diventa madornale quando sostenuto dai marchi. La qualità ha un valore, perché soprattutto nel mondo dell’elettronica di consumo si misura in scelta dei materiali, prestazioni, reattività, capacità di rispettare le promesse e servizi accessori, tra cui quelli post vendita.
Questa lunga premessa generale traccia la scia per inquadrare LG G7 ThinQ, il nuovo smartphone top di gamma del brand coreano. Il G7 porta a compimento un percorso di qualità che è ripartito con il G6 nel 2017 e ha trovato la sua massima espressione con il V30. Nel 2018 l’azienda rilancia anche per ribadire la sua innata capacità di profondere qualità ai propri prodotti, al pari di brand non già più blasonati ma sicuramente più riconosciuti sul mercato. G7 è il classico esempio in cui ritroviamo distonia totale tra i contenuti premium dei prodotti e il percepito dei consumatori, che poi si riflette ingiustamente sulle quote di mercato.
Per dire che il G7 ThinQ non ha nulla da temere da smartphone più decantati e “raccontati”. Così come non ha senso dire: “un modello con caratteristiche simili dovrebbe avere il prezzo xxx”. No. Il nuovo flagship di LG è uno smartphone il cui risultato è superiore alla somma delle singole parti prese singolarmente. Ancora una volta, paga l’esercizio della qualità.
Design
LG porta a un nuovo livello di sviluppo il suo design incentrato sulla riduzione dei bordi laterali. Sul G7 si riconoscono gli stilemi esposti nel G6 e nel V30, modernizzati per fare posto al display in 19,5:9. Il pannello da 6,1 pollici ha angoli effettivamente arrotondati, non coperti o mascherati da pannelli. Lo schermo è stato davvero realizzato in questo modo “tagliando” dalla lastra una superficie con angoli rotondi. Lo si capisce dal fatto che l’interfaccia si adatta di conseguenza (non ci sono porzioni che spariscono) e che i quattro angoli hanno tutti la medesima forma e non sono più ampi sopra e più stretti sotto, o viceversa. Questa scelta fa la differenza, anche perché la curvatura serve a due scopi ben precisi. Uno estetico: si intona alla curvatura del frame in solido alluminio.
Ne approfittiamo per ricordare che la scocca è certificata IP 68 (resiste alla polvere e all’acqua dolce con immersioni fino a 1 metro per 30 minuti) e Mil-Std-810G, superando ben 14 test di caratura militare. Il secondo scopo degli angoli arrotondati del display è di tipo funzionale. In caso di caduta, il pannello con angoli a 90 gradi produce un’ulteriore sollecitazione cinetica interna alla scocca dello smartphone, che si va a sommare a quella proveniente dall’esterno causata dall’urto sulla superficie. Va da sé che la forza puntuale che si sviluppa sul frame è elevata e proveniente dall’interno e dall’esterno. Con gli angoli arrotondati, l’energia prodotta dall’urto viene dissipata meglio sulla superficie dello schermo, riducendo il rischio di danni collaterali.
Riprendendo le fila sul design, non possiamo non citare la presenza del jack da 3,5 mm posto proprio di fianco al connettore Usb-C. Quest’ultimo in abbinata all’alimentatore fornito nel pacchetto assicura la ricarica veloce: in poco più di mezz’ora abbiamo ricaricato quasi al completo lo smartphone con un’autonomia residua circa del 40%. Il jack da 3,5 mm porta con sé ottime notizie per gli appassionati di musica, che descriviamo nel capitolo apposito.
Sul dorso c’è il sensore biometrico, nella posizione perfetta tra quelle finora sperimentate sugli smartphone perché rende agevole lo sblocco con l’indice impugnando il dispositivo. La sicurezza è altresì garantita dal Knock Code, ossia dalla sequenza di tocchi sul display attraverso il collaudato sistema Knock di LG, dal riconoscimento del volto e dalla password. Nel pannello di gestione della sicurezza è possibile bloccare l’accesso ad alcuni contenuti, anche ospitati nella galleria.
Infine, gli altri tasti presenti comprendono quello di accensione/spegnimento, il bilanciere del volume e, poco sotto, quello dedicato ad attivare Google Assistant. Basta premere questo pulsante per accedere all’assistente, mentre con un doppio tocco si attiva Google Lens, che inquadra gli oggetti e li riconosce attingendo al sistema di ricerca di Google.
Processore
Ad animare Android 8.0 personalizzato con la Ux 7.0 ci pensa la piattaforma Qualcomm Snapdragon 845 assistita da 4 GB di Ram e 128 GB di storage. La Cpu è di tipo octa core con quattro nuclei Kryo 385 Gold a 2,8 GHz e altrettanti Kryo 385 Silver a 1,7 GHz. La geometria è sempre di tipo BigLittle, classica di Qualcomm. Ossia i quattro core Big (Kryo 385 Gold) sono attivati quando è necessario sostenere applicazioni e funzioni che richiedono un’elevata capacità di calcolo. I Little (Kryo 385 Silver) sono comunemente impiegati perché bilanciano prestazioni e consumi. A questi si integra la Gpu Adreno 630, che promette prestazioni del 30% superiori rispetto all’Adreno 530 dello Snapdragon 835 e consumi inferiori del 30%; l’architettura rimane di 256 pipeline di elaborazione a 710 MHz.
Così come il suo predecessore, anche l’845 ha Hexagon 685 Dsp l’unità di elaborazione di machine learning (intelligenza artificiale) che si candida a essere il 30% più efficiente di quella dell’835 e sostiene egregiamente le esigenze di calcolo di ThinQ e di Google Assistant. Dunque, la piattaforma hardware di LG G7 è quanto di meglio si possa trovare oggi sul mercato. Tant’è che con Antutu 7 ha superato la soglia di 228mila punti, mentre in Geekbench 4 ha totalizzato 2.438 punti in single core e 8.798 in multi core. Ora, rapportati a due telefoni con medesimo processore e 6 GB e 8 GB di Ram (Xiaomi Mi Mix 2S e OnePlus 6), la distanza si misura in una manciata di punti, che non supera il 10% nel caso del OnePlus.
Questo ci aiuta a dire che, complice Android 8, la dotazione di Ram di 4 GB è più che sufficiente per supportare le necessità tanto di lavoro quanto multimediali e di gaming. All’atto pratico il G7 scorre fluido nell’utilizzo: non abbiamo riscontrato nessuna incertezza, complice anche un’interfaccia leggera e ben studiata. I 64 GB di storage sono espandibili grazie al vano per microSD che supporta moduli fino a 2 TB.
La batteria da 3.000 mAh supporta la ricarica rapida. Arriva al termine della giornata lavorativa ma non chiedetegli di più
Display
LG ha integrato il display Super Bright, capace di raggiungere la luminosità record di 1.000 nit. Il pannello con diagonale di 6,1 pollici ha risoluzione QHD+ (3.120×1.440 pixel), è di tipo Ips Lcd e occupa l’82,6% della superficie frontale. Sfoggia il notch nella parte superiore per fare posto ai sensori di imaging e ottici.
Queste le caratteristiche tecniche. Nella realtà dei fatti, il notch può essere nascosto rendendo tutta nera la parte superiore del display che contiene l’area delle notifiche. Certo, essendo un Lcd si vede leggermente la differenza tra la banda nera e il display: poco importa. La scelta dell’Lcd è invece meritevole perché i colori sono meno carichi e con meno effetto pastello rispetto agli Oled, restituendo così una visualizzazione più realistica delle immagini. Non a caso è di tipo Hdr10 e Dolby Vision.
Il display del G7 ha una marcia in più quando dallo slider della menu contestuale si attiva la modalità Super Bright che porta il display alla massima luminosità (basta fare tap sull’icona gialla di fianco alla lampadina) e letteralmente si accende, permettendo un’eccellente leggibilità anche quando colpito dalla luce diretta del sole. Per ottenere questo effetto, LG ha dato vita a un pannello con l’aggiunta del subpixel bianco a quelli standard Rgb. Questo permette di accentuare al massimo i colori chiari e la luce prodotta, ottenendo i suddetti mille nit.
Fotografia
Sul G7 ThinQ si ripropone lo schema imaging già visto sui sui predecessori e che sfrutta la doppia fotocamera in modalità standard e wide angle. Entrambi i sensori sono da 16 Megapixel: quello principale (sotto) è di tipo f/1.6, ha stabilizzatore ottico e assicura un angolo di campo di 71°; il secondo ultra-grandangolare (sopra) arriva a 107° e apertura f/1.9. Inoltre, entrambi utilizzano lenti in vetro che massimizzano la quantità di luce che arriva l sensore e riducono l’effetto di eventuali rifrazioni e sono assistite da un sistema di messa a fuoco (autofocus a 9 punti) con puntamento al laser e a rilevamento di fase.
Il reparto imaging siffatto è affidato a un processore d’immagine dedicato (Isp) e gestito dall’app che sfrutta l’intelligenza artificiale per mettere a fuoco nel migliore dei modi la scena. Per attivare questa funzione basta fare tap sulla voce AI Cam: nell’inquadratura compaiono una serie di parole che stanno a indicare come il motore di IA, che opera in simbiosi con l’Hexagon dello Snapdragon 845, stia selezionando la migliore tra le 19 diverse modalità di scatto disponibili. Nel nostro test l’attivazione della AI Cam ha semplificato la messa a fuoco soprattutto nelle situazioni al limite, per esempio con i chiaroscuri, nei controluce o con i soggetti più impegnative. In tutti gli altri casi, la modalità tradizionale è più che adeguata. In ogni caso, la qualità degli scatti è egregia: il grandangolo assicura una creatività e una possibilità di riprendere scenari e situazioni che non trova riscontro in nessun altro reparto fotografico sugli smartphone.
La qualità delle foto è sempre risultata elevata, anche con il wide angle. La resa fotografica è eccellente soprattutto per la fedeltà dei colori, la ricchezza di dettagli e il rispetto della scena originale. E trova ancora più enfasi quando si opera in modalità totalmente manuale: la creatività, in questo caso, è al potere.
Il sensore wide angle ha un angolo di campo di 107° e riduce in modo significativo la distorsione a barilotto ai margini della foto
L’app assicura una buona semplicità di utilizzo, tale da non togliere attenzione dal risultato che si vuole ottenere per assorbirla, come a volte accade, su come ottenerlo. Per esempio, la configurazione Super Bright semplifica efficacemente lo scatto in condizioni di scarsa luminosità, con risultati egregi. In questa configurazione si arrivano a visualizzare dettagli che molti altri smartphone tendono a perdere.
Ottimi anche i video, seppure con il super slow motion sia ancora un po’ macchinoso ottenere gli effetti desiderati. Ma, purtroppo, questo aspetto è comune a tutti gli smartphone. Invece, interessante che LG abbia portato la modalità Cine Video del V30 che consente di dare vita a vere e proprie creazioni cinematografiche utilizzato 15 preset che conferiscono un tono, mentre con il Cine Zoom si possono eseguire ingrandimenti del soggetto desiderato con una resa da grande regista. Questo è un valore aggiunto non indifferente, perché, ancora una volta, mette nelle mani del consumatore un oggetto che lascia liberi di sperimentare.
La fotocamera anteriore per i selfie è da 8 Mpixel con grandangolo di 80°. Anche in questo caso si può attivare la AI Cam, oltre a essere prevista la funzione di rilevamento del viso e permettere l’utilizzo di 17 filtri per personalizzare gli scatti. Per eseguire un selfie basta fare un gesto. Le immagini risultano di buona qualità per dettaglio e precisione: davvero un passo in avanti rispetto ai modelli precedenti.
Musica
LG ha fatto la differenza con il V30, ora con il G7 ha portato l’esperienza audio e musicale a un nuovo livello di perfezionamento.
Iniziamo dalle telefonate. La capsula auricolare è potente e ben calibrata, tanto da restituire un parlato inciso e corposo. Il risultato sono chiamate di alta qualità, ricche anche di sfumature di voce che difficilmente si riscontrano negli altoparlanti comunemente usati capaci solo di appiattire la voce e di “allontanare” l’interlocutore. Il quale a sua volta riceve il nostro parlato forte e chiaro. la qualità telefonica derivante rasenta la perfezione. Anche con il vivavoce.
Se il G7 convince nelle telefonate, arriva a conquistare nell’esperienza sonora. Innanzi tutto perché utilizza il medesimo quad dac del V30 con un maggior numero di equalizzazioni, tali da permettere configurazioni ancora più precise dell’aspetto sonoro. C’è poi la funzione DTS:X che eleva ulteriormente la resa acustica. Perché il chip sviluppato da Ess entri in funzioni è necessario collegare le cuffie a filo al jack da 3,5 mm. La resa audio è inarrivabile da qualsiasi altro smartphone e rappresenta il riferimento di mercato. Basti pensare che il G7 è stato l’unico che ci ha permesso di riprodurre da Qobuz i brani in Hi-Res audio a piena qualità in modo fluido e preciso.
La qualità audio non ha pari e il boombox spinge tanto sui bassi e l’effetto grancassa
A ciò si aggiunge il sistema Boombox, ottenuto lasciando nella scocca un po’ di spazio vuoto nei pressi dello speaker per dare vita a un effetto a cassa di risonanza che conferisce maggior enfasi ai bassi ed enfatizza il sonoro a tutto tondo. Non solo ne guadagna il volume della musica, ma soprattutto il G7 è in grado di sfruttare la superficie alla quale viene appoggiato dando ulteriore “spinta” all’effetto grancassa. Quindi su scatole e mobili cavi si ottiene una superiore profondità di suono, mentre su superfici “fredde” come pavimenti e lastre di cemento, si vanno a enfatizzare i suoni medi e alti. La cosa più interessante è stato appoggiarlo al cruscotto dell’auto: il sonoro si è diramato nell’abitacolo con un piacevole effetto sonoro. Effetto che si apprezza particolarmente qualora si effettuino chiamate vocali.
Con il G7 potete tranquillamente dire addio alle casse Bluetooth esterne economiche, perché lo smartphone è in grado di garantire il medesimo livello audio. C’è poi l’indotto interessante di potersi creare la propria cassa personalizzata sfruttando l’effetto Boombox abbinato a supporti creati ad hoc. Non c’è limite alla fantasia.
Sistema operativo
LG G7 offre a livello hardware quanto di meglio oggi si trovi sul mercato. In tutti gli aspetti. Per trarre il massimo beneficio, il brand coreano ha ulteriormente semplificato la sua interfaccia grafica. Così la UX 7.0 è ancora più semplice e pulita rispetto al passato, anche per merito del fatto che sono state tolte molte app interessanti ma tutto sommato poco utilizzate. Per esempio, lo Smart Bullettin esiste ancora e permette di tenere sotto controllo quanto avviene nello smartphone e di adattarne il funzionamento in base al contesto, ma ora va attivato a mano.
Non mancano nemmeno app storiche di LG, tra cui Capture+ (per usare il touchscreen come blocco per gli appunti a mano libera) e Floating bar. Anche in questo caso vanno attivate a mano e quindi non sono intrusive.
La UX 7.0 è elegante e ben studiata, ha perso nel corso del tempo il suo aspetto un po’ fumettoso per lasciare il posto a un approccio lineare, essenziale e bilanciato. Piace anche la ricerca della coerenza dell’ambiente, un aspetto troppo sottovalutato dai brand. Nel caso del G7 le icone sono tutte della stessa dimensione e si opera in un contesto omogeneo. In più, finalmente si può rinunciare all’icona dell’app drawer per attivare il menu delle applicazioni semplicemente con una gesture.
Android 8.0 Oreo scorre liscio sull’hardware, dando la sensazione di leggerezza e prontezza a ogni sollecitazione. È un piacere utilizzare lo smartphone, che conquista per l’estetica dei menu, il design e le prestazioni. Tanto che vogliamo darvi un consiglio: non sottovalutatelo, andate a guardarlo e provarlo dal vivo.
L’interfaccia è stata semplificata, ripulita e migliorata
Non soffermatevi in modo quasi stereotipato sul prezzo di listino. Il G7 ThinQ ha molto da offrire e si trova all’interno dei listini degli operatori con offerte vantaggiose. È un concentrato di qualità e sul fronte musicale non ha pari.
Specifiche tecniche
• Chipset: piattaforma mobile Qualcomm Snapdragon 845 con I.A.
• Display: FullVision da 6,1 pollici con tecnologia Super Bright Display (3.120×1.440 pixel / 564ppi)
• Memoria: RAM 4GB LPDDR4x / ROM 64GB UFS 2.1 / supporto MicroSD (fino a 2TB)
• Fotocamera:
– Posteriore: doppia fotocamera 16MP super grandangolo (F1.9 / 107°) / 16MP OIS (F1.6 / 71°)
– Anteriore: 8MP grandangolo (F1.9 / 80°)
• Batteria: 3000mAh con ricarica wireless
• Sistema operativo: Android 8.0 Oreo
• Dimensioni: 153.2 x 71.9 x 7.9mm
• Peso: 162g
• Connessione: Wi-Fi 802.11 a, b, g, n, ac / Bluetooth 5.0 BLE / NFC / USB Type-C 2.0 (compatibile con 3.1)
• Colori: New Aurora Black / New Moroccan Blue
• Altro: Super Bright Display / New Second Screen / AI CAM / Fotocamera Super Bright / Riconoscimento vocale a lungo raggio / Speaker Boombox / Google Lens / AI Haptic / Hi-Fi Quad DAC / Suono Surround 3D DTS:X / Certificazione IP68 per la resistenza all’acqua e alla polvere / Conformità MIL-STD 810G (14 test) / HDR10 / Tasto Google Assistant / Riconoscimento del volto / Sensore per le impronte / Tecnologia Qualcomm Quick Charge 3.0 / Radio FM
Prezzo: 849,90 euro