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Intel e una brutta trimestrale di fine 2022. Così come le prospettive per quest’anno non appaiono particolarmente brillanti. Anzi. Il colosso dei chip ha pagato la sensibile contrazione della domanda che ha connotato il mercato del personal computer e che si è combinato con le problematiche legate alla catena di approvvigionamento. I dati evidenziano che nell’insieme le revenue annuali si si sono attestate sui 63 miliardi di dollari: ma il calo sul 2021 è stato nell’ordine del 20%, per una contrazione dei margini del 60%. 

Intel, anche il primo trimestre 2023 in sofferenza

Intel, guardando alla prospettiva, ossia alla prima parte del 2023 vede abbastanza grigio: le previsioni per il periodo gennaio-marzo indicano ricavi che dovrebbero attestarsi tra i 10,5 e gli 11,5 miliardi, e dunque in flessione rispetto alle stime che parlavano di 13,96 miliardi di dollari. Il colosso statunitense guida ancora e in maniera potente i mercati dei chip di elaborazione per Pc e server: tuttavia, la sua market share del 70% (stime Idc) si è ridotta rispetto al 90% che risaliva al 2017. Pat Gelsinger, Ceo di Intel, in una nota diffusa ha detto: “Nonostante i venti contrari dell’economia e del mercato, nel quarto trimestre abbiamo continuato a fare buoni progressi nella nostra trasformazione strategica, tra cui l’avanzamento della nostra roadmap di prodotti e il miglioramento della nostra struttura e dei nostri processi operativi per ottenere efficienze, pur mantenendo i risultati nella parte bassa della nostra gamma di obiettivi. Abbiamo perso quote, abbiamo perso slancio. Ma nel 2023 pensiamo che la situazione si stabilizzi. Da parte nostra continueremo a superare le sfide a breve termine cercando di rispettare i nostri impegni a lungo termine”. Tra le iniziative attivate su scala internazionale, vale la pena ricordare che tra progetti c’è uno stabilimento italiano dedicato ad assemblaggio e confezione dei chip.