
In questo periodo di quarantena da Coronavirus possono operare i negozi specializzati in elettronica ma non possono operare i distributori dei prodotti venduti in questi punti vendita, creando così una asimmetria commerciale. L’allerta arriva dall’EuCer (European Consumer Electronics Retail Council), che rappresenta a livello continentale le aziende che operano nel comparto della consumer electronics. L’ente vanta membri illustri, tra i quali Aires (l’Associazione italiana dei retailer specializzati facente parte di Confcommercio), Unieuro, Expert ed Euronics. Il messaggio da parte dell’Aires alle istituzioni italiane è forte e chiaro: “Per garantire ai cittadini di trovare nei nostri negozi i beni di elettronica di consumo, il Governo, nel rispetto delle regole di sicurezza per i lavoratori, deve permettere alla Distribuzione all’ingrosso di operare”.
Decreti complementari ma non sinergici
L’inghippo sta nei due decreti emanati dal Governo per gestire l’apertura dei negozi in occasione dell’emergenza causata dal Covid-19. In sostanza, con il Dcpm emanato l’11 marzo 2020 è stato stabilito che l’elettronica di consumo fosse ricompresa tra i beni di prima necessità e ne ha permesso la vendita al dettaglio (come vi abbiamo spiegato nel dettaglio in questo approfondimento).
Successivamente, in data 22 marzo 2020, è stato emanato d’urgenza un secondo decreto per ridurre ulteriormente le occasioni di contagio da Coronavirus e definire l’elenco delle attività produttive e commerciali strettamente necessarie.
Il paradosso sta in questa seconda fase. Con il Dpcm del 22 marzo non è stata esplicitamente autorizzata la distribuzione all’ingrosso di quegli stessi beni per i quali è stata consentita la vendita nei negozi. Al momento è lasciata alla prudente valutazione dei Prefetti la decisione se autorizzare tali attività di filiera.
Dunque, si legge nella nota di Aires, “alla luce del fatto che le misure di contenimento dovranno essere necessariamente prorogate nei prossimi giorni, se il Governo non interviene permettendo senza alcun margine di discrezionalità alla distribuzione all’ingrosso di operare i negozi di elettronica non potranno essere riforniti e potrebbero risultate sprovvisti di merce”.
Nuovo Dcpm per il Coronavirus
L’ente e le associazioni spiegano che, nei tempi del Coronavirus, pur comprendendo “la difficoltà nell’armonizzare tali disposizioni su tutto il territorio nazionale”, è necessario (e urgente, aggiungiamo noi) “un intervento tempestivo e chiarificatore per non vanificare quanto fatto e le decisioni assunte dal Governo, che ha giustamente ha ritenuto elettrodomestici ed elettronica di consumo beni indispensabili sia in relazione ai bisogni primari delle famiglie sia per quanto concerne la continuità da casa delle attività lavorative e di studio”.
Conclude il comunicato: “Si auspica pertanto che nell’emanando Dpcm di proroga delle misure di contenimento venga chiarito espressamente come anche le filiere distributive a monte dei negozi autorizzati ad operare possano continuare a svolgere la propria funzione logistica e di distribuzione all’ingrosso”.
La richiesta europea dell’EuCER
Dal canto suo EuCER Council ha pubblicato una nota in cui si incitano i governi locali a garantire la continuità di esercizio dei punti vendita specializzati in elettronica e inforamtica alf ine di soddisfare le esigenze di connettività degli utenti nei vari Paesi europei.
In Italia, per quanto in modo disorganico, il Governo attraverso i Dcpm sta gestendo la possibilità ai punti vendita specializzati di rimanere operativi. Negli altri Paesi europei il tema è ancora in fase di regolamentazione, per questo il Council ha chiesto che non ci siano normative volte a bloccare il loro esercizio. Anzi, piuttosto che ne regolino modalità e orari di apertura ma permettendo ai consumatori di avere accesso ai prodotti, sia in ottica di smart working, sia di bisogni di prima necessità (si vedano gli elettrodomestici).

La posizione ufficiale dell’EuCER è stabilire una piattaforma sostanzialmente uniforme che permette ai negozi di rimanere aperti dalel 10 di mattina fino alle 15 del promeriggio, con un sistema di rotazione dello staff al fine di limitare le occasioni di contagio da Coronavirus.
Allo stesso modo, l’ente propone di controllare che tutta la supply chain sia operativa, al fine di fare arrivare le merci nel punto vendita, sia di attivare diffusamente funzioni di “clik&collect” in sinergia con l’e-commerce dell’insegna. “L’importante è garantire la piena continuità del servizio per fare fronte alle richieste dei consumatori”, conclude la nota dell’EuCER.