Vodafone
PALADONE

Vodafone ha risposto “no” all’offerta preliminare fatta da Iliad, in cordata con Apax Partners, per acquisire le attività in Italia a un valore di 11 miliardi di euro. Dal Regno Unito fanno sapere che questa operazione “non è nel migliore interesse degli azionisti” di Vodafone.

La partita sembra al momento chiusa, peraltro nel giro di un paio di settimane si è passati da una mera voce, a un’offerta effettiva e bilanciata economicamente di Iliad fino, in 24 ore, a un “no” da parte di Vodafone. Un “no” che però non appare così deciso e definitivo. Perché “il migliore interesse degli azionisti” potrebbe anche essere un viatico per iniziare una negoziazione verso un incremento dell’investimento da parte del Gruppo Iliad per rilevare le attività italiane di Vodafone.

Nel frattempo, Vodafone “continua a perseguire pragmaticamente diverse opportunità di consolidamento del mercato accrescitivo di valore per fornire strutture di mercato sostenibili nei suoi principali mercati europei, inclusa l’Italia”. Dunque la dismissione di alcune sedi di Paesi europei è ancora la via maestra perseguita dal Gruppo. Come peraltro già anticipato dal ceo Nick Read che aveva conclamato la necessità di concludere operazioni di cessione in modo veloce e determinato in mercati chiave come Regno Unito, Italia, Spagna e Portogallo.

Iliad e Vodafone: il fischio d’inizio di una lunga partita

Secondo Emma Mohr-McClune, service director technology di GlobalData, “possiamo vedere questa offerta come il fischio d’inizio di quella che chiaramente diventerà una stagione di offerte vivace e potenzialmente non convenzionale per le attività europee di Vodafone nel Regno Unito, in Italia, in Portogallo e in Spagna”.

Continua l’analista: “Era chiaro che l’offerta confermata da Iliad per il 100% di Vodafone Italia non sarebbe stata accolta favorevolmente. Dubito che Vodafone sia aperta a perdere il 100% delle sue attività europee, in effetti. Cercherà invece di concretizzare una joint venture o un modello di fusione più equilibrato, come quello che la società opera attualmente nei Paesi Bassi, per mantenere una partecipazione in questi mercati, massimizzando al contempo i risparmi e le efficienze operative pianificate per emergere dalla sua attività in corso di separazione strutturale a livello aziendale e razionalizzazione della piattaforma digitale”.

Infine Mohr-McClune conclude: “Nella ricerca del giusto partner di fusione o JV, Vodafone favorirà chiaramente le entità che potranno aiutarla a consolidare la propria forza nella convergenza e nei servizi digitali nel canale B2B e, in particolare, nel settore delle PMI difficili da raggiungere. Le qualifiche di Iliad Italia su tutti i fronti sono scarse e, a questo proposito, la sua offerta di apertura per il 100% di Vodafone Italia non sarebbe mai stata accolta calorosamente”.