RUSSELL HOBBS

I paesi dell’Unione Europea hanno concordato un piano da 45 miliardi di euro (46,6 miliardi di dollari) per finanziare la produzione di chip: obiettivo di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e produttori asiatici. Il prossimo 1° dicembre è in agenda un incontro al fine di convalidare il piano che dovrà ancora essere discusso con il Parlamento Europeo dall’inizio del 2023 prima che possa diventare legge. La Commissione, che spera che i sussidi statali aiutino a raggiungere una quota del 20% della capacità globale di chip entro il 2030, ha presentato la sua proposta dopo che una carenza globale di chip e colli di bottiglia della catena di approvvigionamento hanno colpito i produttori di automobili, gli operatori sanitari e gli operatori di telecomunicazioni.

Unione Europea a la questione dei chip

La quota europea di produzione di chip è dell’8%, in calo rispetto al 24% del 2000. Le modifiche concordate dagli inviati dei Paesi Membri dell’Unione Europea alla proposta della Commissione includevano l’autorizzazione di sovvenzioni statali per una gamma più ampia di chip e non solo per quelli più avanzati. Le sovvenzioni copriranno chip che portano innovazione in termini di potenza di calcolo, efficienza energetica, vantaggi ambientali e intelligenza artificiale. I paesi Ue hanno anche cercato di limitare i poteri della Commissione, affermando che le sue richieste di informazioni alle aziende durante una crisi devono essere proporzionate e incentrate sulla sicurezza. Ancor più perché sono aumentate la “lamentele” da parte di alcuni Stati Membri nei confronti dell’esecutivo di Bruxelles. Quest’ultima aveva inizialmente stanziato i fondi prelevandoli da programmi di ricerca non spesi da altri programmi. Una scelta che avrebbe potuto generare vantaggi a quei paesi che dispongono già di strutture per chip o sono pronti ad attrarre produttori di chip.