
Il publisher francese Ubisoft lascia l’Italia. Per la precisione ha deciso di chiudere la sua filiale commerciale-distributiva-amministrativa licenziando i 14 dipendenti. Rimane operativa invece la divisione Publishing, lo studio di sviluppo Ubisoft Milan, a cui si deve la serie Mario + Rabbids. Alla fine, la decisione è stata presa. Così, dopo Electronic Arts e Activision che da tempo avevano archiviato la presenza “diretta” nel Bel Pese (giusto per citare i due publisher videoludici terze parte più potenti), anche Ubisoft ha deciso di avviare un processo di riorganizzazione delle attività su scala europea. L’azienda (reduce tra una trimestrale di fine anno decisamente al di sotto delle aspettative) si prepara ad archiviare l’anno fiscale al prossimo 31 marzo con risultati certamente non in linea con quanto ipotizzato. Di qui la scelta di attuare tagli e ridimensionamenti. Il publisher – autore di saghe di grande impatto, da Assassin’s Creed a Prince of Persia – in Italia in tanti anni ha saputo conquistare il pubblico anche con produzioni dedicate ai casual gamer: oltre all’esistente Just Dance, a spopolare era stata su piattaforma DS la saga denominata Giulia. La chiusura della filiale italiana segue quanto accaduto in Polonia e fa il paio con i tagli effettuati in Belgio.
La crisi di Ubisoft e la risorsa Publishing
Ubisoft Italia ha la sua sede nel centro direzionale di Assago: qui resta operativo lo studio di sviluppo Ubisoft Milan – inaugurato 1998 – protagonista della collaborazione con Nintendo che ha portato alla nascita di Mario+Rabbids Kingdom Battle. Il secondo capitolo di quest’anno Mario+Rabbids Sparks of Hop, però, non ha avuto la medesima fortuna con vendite al di sotto delle attese. Ma più in generale la crisi di Ubisoft ha radice più lontane. Il titolo azionario è sotto pressione a quota 22-23 euro (era di oltre 100 euro nel 2018) e le proiezioni per i prossimi mesi sono tutte al ribasso. Contestualmente, a questa situazione finanziaria non rassicurante, il publisher ha anche deciso di posticipare il lancio di alcune release, tra le quali Skull and Bones che avrebbe potuto e dovuto fornire nuovo ossigeno al business. Una decisione che si combina all’interno di un taglio poderoso di circa 500 milioni di euro. Il ceo e fondatore di Ubisoft, Yves Guillemot, lo aveva detto: l’azienda è protesa a spingere sull’efficienza con un nuovo assetto più snello e allineato alla nuova fase di mercato.
Quale futuro per la distribuzione dei videogiochi in Italia?
Ma adesso che cosa succede? Chi si occuperà della distribuzione in Italia dei videogiochi targati Ubisoft e comunque di un catalogo prestigioso? Le voci in queste settimane continuano a rincorrersi. Da quanto risulta a iGizmo.it, in pole position potrebbe esserci Plaion, (ex Koch Media), realtà internazionale di distribuzione di prodotti entertainment, presente in Italia con una filiale che, per ironia della sorte, ha il proprio headquarter sempre ad Assago alle porte di Milano. Ma il “boccone” fa gola anche ad altri. Con ogni probabilità, le comunicazioni ufficiale arriveranno nei prossimi giorni a ridosso o appena dopo la chiusura dell’anno fiscale 2022/23 fissata al 31 marzo.