
TIM comunica di aver ricevuto da KKR un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione in una costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle (cd. “Netco”).
L’offerta non vincolante è riferita a una quota partecipativa da definire, fermo restando che dall’acquisto scaturirebbe la perdita dell’integrazione verticale rispetto a TIM. Il Consiglio di Amministrazione del gestore telefonico si riunirà nella giornata di oggi per avviare il processo relativo all’esame dell’offerta non vincolante.
Secondo le indiscrezioni si tratta di un’operazione di KKR dal controvalore di 20 miliardi di euro, ma il Ceo di TIM Labriola continua a “sponsorizzare” il progetto della rete unica creata con CDP e FiberCop.
Allo stato attuale primo azionista di TIM è la francese Vivendi con il 23,7%, seguita da Cdp (controllata dal Tesoro) con il 9,8%. Il governo dispone di un golden power sulla società che gli permette di bloccare offerte ritenute inadatte in considerazione della strategicità del gruppo. Il governo Meloni aveva ipotizzato nei mesi scorsi un piano di vendita delle attività di telefonia del gruppo per finanziare il passaggio dell’infrastruttura rete sotto il pieno controllo pubblico. Di recente il Ministro dell’Economia Giorgetti ha dichiarato: “Tim è una situazione complessa perché ci sono più interlocutori, più azionisti e un’autorità di regolazione. Però l’obiettivo è sempre fare l’interesse generale, quindi serve riflessione, discussione: purtroppo è un tema che nel corso degli anni si è sempre più ingarbugliato e complicato”.