
Tassa sul traffico: i colossi delle Tlc scendono formalmente in campo chiedendo all’Unione Europea un intervento per il contributo da parte delle Big Tech, da Amazon a Google, giusto per citare un paio di nomi. Il tema che era stato uno dei più caldi già in occasione della scorsa edizione a febbraio di Mwc di Barcellona registra un salto in avanti con la creazione di un vero e proprio che vede tra i firmatari i principali gruppi, inclusi i ceo di Tim, Pietro Labriola, e di Vodafone, Margherita Della Valle, unitamente a Timotheus Höttges (Deutsche Telekom) e José María Alvarez Pallete (Telefónica) tra gli altri.
Tlc: le richieste alla Unione Europea per sostenere gli investimenti
In sostanza le Tlc europee a Bruxelles di costringere le Big Tech che “mangiano banda” a pagare una tassa sul traffico, se preferite un “equo” compenso per l’utilizzo delle loro reti, dal momento che sono tra coloro che le sfruttano maggiormente. La questione – che ha già visto il Commissario al Mercato Interno dell’Ue, Thierry Breton, annunciare la creazione di un tavolo di confronto – torna di stretta attualità. E la nuova lettera che viene diramata e inviata daai gruppi delle Tlc ha come destinatario – oltre all’esecutivo di Bruxelles – anche i membri del Parlamento Europeo, con l’obiettivo che vengano mese in campo azioni concrete per proteggere il suo futuro digitale. Nel documento si fa espressamente riferimento alla necessità di attuare ingenti investimenti, proprio per assecondare e centrare gli obiettivi del cosiddetto “Decennio digitale 2030”. La connettività è più che mai centrale, (con reti mobili e in fibra 5G sicure, ultraveloci e a bassa latenza) che sono indispensabili per garantire un impiego realmente efficace delle applicazioni attuali e future. Come a dire, che senza un impegno formale e definito nei contorni legislativi in materia Tlc, il rischio è che l’Europa non possa centrare i suoi target. L’Unione Europea per altro ha già effettuato una stima che parla di almeno 174 miliardi di euro da effettuare entro l’anno 20230 per assicurare la giusta connettività nei Paesi Membri. Una cifra onerosa che da sole le aziende delle Tlc non possono sopportare. Dall’altro lato, le Big Tech online continuano ad assorbire una quota crescente in tema di traffico dati: di qui la richiesta di andare a battere cassa per ricevere un quo contributo, senza per questo andare a violare il principio della Net Neutrality, semmai garantendo l’accesso illimitato a Internet a beneficio degli utenti.
Tassa sul traffico e le scadenze di Parlamento e Commissione
La tassa sul traffico che tocca le Big Tech, dunque, è diventata formalmente oggetto di un documento e di una accelerazione. I nodi da sciogliere sono parecchi. Non da ultimo quello legato alle prossime elezioni europee, in agenda dal 4 al 6 giugno nei vari Stati Membri. Il Parlamento di Strasburgo, al pari della Commissione Ue di Bruxelles, ha davanti (nella loro attuale composizione) circa sei mesi di operatività. Un tempo non certamente ampio per intavolare negoziati articolati. Un arco temporale però sufficiente se l’Europa riesce a trovare un punto di compromesso.