
Quello dello streaming è un mondo sempre più presente nella realtà quotidiana e figlio di quel progresso tecnologico che ha cambiato la vita delle persone. Basti pensare a Netflix, che ha letteralmente fatto da apripista, nel lontano 1997, al mondo dello streaming, destinato a cambiare il modo stesso di guardare un film e introducendo le novità, a cominciare dalle serie TV, per arrivare ad un miglioramento sempre maggiore e accresciuto di volta in volta per l’utenza che vive, così, una esperienza impressionante. Per gli utenti oramai non se ne può più fare a meno.
Ma è possibile pensare ad un connubio streaming-solitudine?
Ebbene sì. Uno studio pubblicato sul quotidiano online L’Indro ha sottolineato come lo streaming sia uno “sport” prettamente individuale, da solista. Su un campione di 300 intervistati, il 45% di essi, cioè circa 135, ha dichiarato di guardare film o serie in streaming in perfetta solitudine, mentre il 23% di condividere l’attività con amici, familiari, affetti. Tutto cambiato, rispetto a qualche anno fa: lontani sono infatti i tempi della tv guardata nel salotto, o a tavola, ad ora di cena e in compagnia dei genitori e fratelli. Una logica stravolta dai servizi streaming, che hanno completamente cambiando direzione. Riguardando, si badi bene, ogni tipo di esperienza. Anche Facebook fa streaming, chiunque fa streaming.
E lo streaming è diventato un tassello importante per un mondo di nicchia, come quello delle slot machine e dei casinò online. Ma non solo: il gioco della roulette ha trovato nuovo terreno su cui fiorire proprio nelle trasmissioni streaming in HD sui pc degli utenti e dei giocatori, con a disposizione opzioni extra riguardanti l’aspetto visivo, le opzioni di gioco e via dicendo. Un esempio è dato dalle room che ospitano roulette online con dealer dal vivo, sezioni che inglobano tutte le moderne tecnologie audiovisive applicate al gambling, le quali hanno migliorato il grado di engagement e fidelizzazione degli utenti con le diverse piattaforme e ridotto quella sensazione di solitudine che altri servizi streaming inducono nei consumatori.
La solitudine un problema multifattoriale
Tornando alla solitudine, i tassi rispetto all’inizio degli anni ’80 sono raddoppiati e questo sta diventando un vero e proprio dramma per i Millennials ma non di certo per a causa dei mezzi oggi a disposizione dell’utenza, anzi tutt’altro. La solitudine è un problema multifattoriale che ha le sue radici in più aspetti che si alimentano influenzati a loro volta da altri aspetti. D’altra parte, la tecnologia sta dando, ma già ha comunque dato, un grande contributo ai consumatori e alle imprese: ha insomma migliorato la società, quando utilizzata con correttezza e parsimonia. Ma in alcuni casi crea dipendenza, una dipendenza sana che sempre più consumatori stanno comprendendo, sia per la loro vita sociale e per la propria vita lavorativa. Ma combattere la solitudine è un po’ la sfida di tutti.
La sperimentazione dei servizi di film streaming con contenuti interattivi è un piccolo passo verso il coinvolgimento più attivo del pubblico. Ma per ottenere un cambiamento si dovrebbe riformulare l’operazione alla base delle relazioni umane, che oggi si costruiscono in maniera altra rispetto a dieci anni fa. O trovare altre soluzioni: cioè prolungare l’esperienza offline, creando community e opportunità per i fan di vivere il contatto live. Essendo aumentata la solitudine come “problema”, non è da escludere future svolte tecnologiche in questo senso, cercando di aumentare e ricreare connessioni reali e durature. Si tratterebbe, insomma, di nuove fasi di progresso tecnologico.