
Per la Serie A e i diritti Tv da assegnare – relativamente al nuovo bando per il periodo 2024/2029 – la strada si fa ancor più in salita. L’amministratore delegato della Lega Luigi De Siervo ha ricordato che le offerte al momento vincolanti sono bloccate fino al prossimo 15 ottobre secondo quanto previsto dalle norme ma che permane una distanza non trascurabile in termini economici tra le richieste (dei club) e le proposte di investimento dei broacaster Tv e streaming, quali DAZN, Sky e Mediaset. Pur manifestando la speranza che sia possibile trovare un punto di convergenza, ha ribadito che la Serie A non sarà disposta a scendere a compromessi, dal momento che il “prodotto calcio italiano” ha un valore rilevante e non sarà svenduto. Così come sul tavolo resta in piedi (come accaduto con la creazione del progetto radio TV con Rds) anche l’ipotesi che sia la stessa Serie A a proporre direttamente un’offerta al pubblico. Le dichiarazioni sono arrivate alla chiusura della terra giornata del campionato 2023/2024 di Serie A, dal quale sono emersi dati di fruizione abbastanza deludenti. Ma andiamo con ordine.
Serie A e la richiesta economica per i diritti Tv
Perché per i diritti Tv della Serie A la trattativa si sta facendo così lunga e complicata? La Lega Calcio punta a incamerare almeno 1,2 miliardi di euro a stagione con l’assegnazione del nuovo e prossimo bando. Ma Dazn (che ha in mano il pallino dell’investimento), Sky e Mediaset – ossia, i player rimasti in pista dopo che Amazon Prime Video, Rai e Warner Bros. Discovery s sono tirati fuori dalla competizione – con la prima offerta, non sono arrivati nemmeno a toccare la soglia dei 600 milioni di euro. Quindi, l’avvio della fase di negoziazione privata ha contribuito a smussare più di uno spigolo. Ma la distanza resta. I broadcaster Tv e streaming non sono disposti a dissanguarsi per l’acquisizione dei diritti. L’investimento appare corposo (la richiesta è legittima, sia chiaro) e non facile da assorbire in termini di “ritorno”, ossia di entrate pubblicitarie e sottoscrizione di abbonamenti. La Legge antipirateria approvata, e attiva per la stagione in corso, contro il “pezzotto” è da capire deve ancora “fare” il propio corso andando a colpire coloro che fruiscono delle partite in modo illegale, sperando che possa determinare una “conversione” verso la sottoscrizione di abbonamenti veri.
Dazn e gli ascolti delle prime tre giornate di campionato
A complicare il quadro c’è però, come accennato in apertura, quanto sta accadendo in questo inizio di stagione. Come evidenziato nelle puntuali analisi di Luca Figini sul nostro iGizmo.it, gli ascolti dell’attuale campionato (per quanto sia solo alla terza giornata, con due disputate quando mezza Italia era ancora in vacanza) non sono così brillanti e confortanti. Guardando alla piattaforma streaming sportiva Dazn (che ha aumentato i prezzi dell’abbonamento, a meno di accedere a offerte vincolanti in termini temporali, elemento che potrebbe aver messo in stand-by le decisioni di alcuni utenti/consumatori a fronte di una situazione economica che sta impattando i consumi) secondo i dati Auditel i risultati ottenuti in termini di visione hanno destato più di una perplessità. Dopo i 4,2 milioni di spettatori al debutto, se ne sono aggiunti 4,5 milioni per la seconda giornata e circa 4,7 milioni di spettatori per la terza, spalmati su 10 partite di ogni turno. Semplificando, circa 14 milioni di telespettatori per 30 match, fate voi i conti. A parte i match che hanno coinvolto i top club, (per ora solo Roma-Milan ha superato il tetto di 1 milione di spettatori) le altre sfide hanno raccolto davvero le briciole. Nel terzo turno di Serie A, tra il 1° e il 3 settembre, per cinque di esse non si è raggiunto nemmeno il traguardo medio di 80 mila spettatori ciascuna. Per capirci stiamo parlando quasi della capienza dello Stadio Olimpico di Roma o San Siro a Milano. Per carità: dopo la pausa della Nazionale, con il ritorno alla quotidianità (riapertura scuole e via dicendo) il dato tendenziale potrebbe ricollocarsi al rialzo. Un test importante sarà anche rappresentato dal derby tra Inter e Milan in agenda alle ore 18 di sabato 16 settembre. Ma è evidente che in assenza di un cambio di passo la situazione andrebbe ancor più ingarbugliarsi.