
Move non è “solo” uno speaker portatile. Sonos ha profuso in questo prodotto le caratteristiche fondanti di ogni suo prodotto: alta qualità, duttilità d’utilizzo e un pizzico di innovazione. Move è molto più di uno smart speaker, è un’idea geniale che radica la forza nella sua semplicità. Sì, perché può essere trasportato ovunque in casa o fuori casa. La scocca è certificata IP56, che significa resistere alla polvere, allo sporco e all’acqua piovana. Si badi bene che la dicitura IP significa Intrusion Protection, ossia protezione dalle intrusioni. Vale a dire che il Sonos, così come molti altri modelli caratterizzati dalla medesima categoria IP, resistono al contatto e non alle immersioni. Ma tanto basta perché il Move sia solido e capace di sopportare le più comuni sollecitazioni di qualsiasi contesto ambientale, sia esso freddo o caldo, con condizioni di pioggia, umido e freddo.
Più wireless, più Move
Per Sonos il Move rappresenta un momento di ripartenza del concetto di smart speaker perché è il primo che supporta Bluetooth e integra una batteria che a livello nominale è in grado di assicurare oltre 10 ore di autonomia. Inoltre è trasportabile in modo abbastanza semplice. Sul retro si trova un incavo dove adagiare le dita e sollevare l’altoparlante dalla base di ricarica. Quest’ultima è geniale: una circonferenza sottile di plastica su cui sono innestati i connettori elettrici che entrano in contatto con gli equivalenti due sul Move, così da mantenere l’unità carica. I quattro led rossi indicano l’autonomia. L’unico requisito è collegare il piccolo alimentatore alla presa.

La configurazione non è complessa ma un po’ macchinosa. Diciamo subito che scorre via senza intoppi con iOS. L’applicazione per iPhone rileva immediatamente la presenza del Move e permette di aggiungere un modulo nell’apposito pannello. Con Android le cose si complicano leggermente e bisogna operare con più arguzia, sconnettendosi dalla Wi-Fi domestica e cercando di individuare il Sonos affidandosi a una buona scorta di pazienza. iOS rimane, anche in questo contesto, l’ambiente di riferimento per Sonos: e si vede. Il fatto è che una volta collegato all’app, può essere usato da qualsiasi smartphone con tutto il bouquet di funzioni accessorie.
App semplice e intuitiva
L’applicazione di Sonos è stata aggiornata proprio in occasione della prova del Move. È diventata più curata graficamente, con alcuni abbellimenti che erano diventati fondamentali per allinearsi agli stilemi attuali ma senza stravolgere la filosofia d’utilizzo semplice e lineare. Una volta configurato il Move, questo sarà elencato nella sezione Stanze. Per configurarlo, invece, è indispensabile accedere alla scheda Impostazioni e nella sezione Audio c’è il classico equalizzatore di Sonos, che consente di regolare bassi e alti. La funzione Trueplay, che bilancia la resa acustica dello speaker, è attiva di default in modalità automatica. E fa la differenza, perché i microfoni integrati (sei nella parte superiore) di fatto eseguono una costante verifica delle condizioni sonore dell’ambiente, adattando la resa dell’altoparlante.
Nel caso del Move questa funzione assume una utilità ancora maggiore rispetto alle soundbar, che devono essere regolate una volta solo ma poi stazionano nella stanza di riferimento. Il Move, che si integra alla perfezione con l’ecosistema esistente di Sonos, data la sua natura “nomade” è spostato di continuo e opera in ambienti di volta in volta differente. Trueplay è garanzia di ottenere la migliore resa sonora. Alla prova dei fatti, avviene davvero così. A seconda della stanza in cui si trova e della superficie a cui è appoggiato, il Move regola l’operatività e restituisce sempre una riproduzione di qualità.
I risultati migliori si ottengono tenendo la scritta Sonos come riferimento: deve essere sempre direzionata verso l’ascoltatore o il verso in cui si vuole la musica. Disassando l’ascoltatore rispetto a questo riferimento comporta una maggiore focalizzazione acustica verso i bassi o gli alti, esattamente come se si fosse in corrispondenza di un classico sistema a due moduli separati. Questo effetto di “sbilanciamento” è percepibile esclusivamente quando ci si trova non lontani dal Move, per esempio in uno spazio inferiore al metro e mezzo. In tutti gli altri casi, come diffusore ambientale, la qualità acustica è alta, ben equilibrata e capace di rivaleggiare con soluzioni ben più costose ma non altrettanto comode.
Move in ogni stanza
La qualità unica del Move è di seguire l’esigenza di ascoltare musica muovendosi insieme con l’utente. L’esecuzione acustica è al top e soddisfa ampiamente questa necessità. Non è tascabile, certo, ma in casa è perfetto. E attraverso l’applicazione è compatibile con le piattaforme di streaming audio più diffuse, tra cui Spotify. È bene però ricordare che sull’app di Sonos si ottiene una “proiezione” del proprio account Spotify, per esempio, e non è un accesso vero e proprio come nel caso dell’app specifica del servizio. Vale a dire che si può accedere alle playlist preferite, alle classifiche, alla propria raccolta musicale ma non ci sono le funzioni di personalizzazione e navigazione tipiche di Spotify. Così come Spotify, una volta connesso, si controlla da un’altra app di Sonos e non direttamente dall’app Spotify. Come detto, è una proiezione del proprio account.
Per usare Spotify nel modo classico è necessario configurare il Move via Bluetooth toccando il tasto posteriore. In questo modo diventa uno speaker wireless di tipo tradizionale, perfetto da usare con i dispositivi mobili di chi non vuole usare l’app di Sonos ma non vuole rinunciare alla propria musica.
Chiudiamo con l’app per dire che Alexa può essere attivato anche su Move aggiungendo l’apposito servizio e perfezionando la configurazione del servizio vocale dall’app di Amazon. Questo processo, non complicato ma un po’ meccanico, deve essere attuato per tutti i dispositivi di Sonos che sono abilitati per Alexa. Precisiamo che non è una operazione fondamentale e che aggiunge solo una potenzialità in più per il Move, tuttavia è una bella sorpresa la possibilità di trasformarlo in uno smart speaker con tutti i vantaggi del caso, considerando che per giunta è gratis.
Nel nostro caso abbiamo attivato Alexa su Sonos Beam e tenuto il Move solo come speaker. La riproduzione dei due speaker può essere gestita in modo separato, per esempio due tracce musicali differenti o due sorgenti differenti (smartphone sul Move e Tv sul Beam, oppure gestire i due moduli come un’unica destinazione, inviando un solo stream audio. Per la cronaca, citiamo che è supportato AirPlay 2, per semplificare ulteriormente l’utilizzo con le versioni più recenti di iOS.
Autonomia
Nel nostro test ci ha colpito la qualità audio del Move. La struttura è solida, seppure non leggera rappresenta un eccellente compromesso tra resistenza ed ergonomia. I tasti superiori servono solo per regolare il volume e la riproduzione; il classico led di stato indica la modalità di funzionamento dello speaker. I comandi fisici sono ridotti al minimo indispensabile perché tutte le funzioni più specifiche e complete sono demandate alla completa app.
Il peso di circa 3 chilogrammi è giustificato dalla generosa batteria che nei nostri test ha assicurato una durata di poco meno di 10 ore. L’accumulatore, stando ai dati di Sonos, dovrebbe supportare fino a 900 cicli di ricarica completa; in termini temporali si tratta di circa 3 anni di uso continuo. Qualora ci si dimentichi della base di ricarica, sulla parte posteriore c’è anche una porta Usb-C compatibile con i caricatori dei principali modelli di smartphone.
Qualità audio
Il punto di forza di Move è la qualità audio. Il volume sonoro generato è potente, preciso e tende a non distorcere mai, nemmeno con tutti i valori al massimo. Alti e bassi sono molto bene bilanciati; i suoni medi tendono a essere un po’ compressi tra i due estremi ma comunque sono riprodotti con precisione più che soddisfacente. Il volume, inoltre, non è mai un problema. A differenza della media degli speaker wireless, Sonos ha prestato attenzione a garantire una resa audio sempre all’altezza anche tenendo il volume a bassi valori. Un pregio non da poco.
E se ancora non bastasse, la cura qualitativa di Sonos si evince dal fatto che anche con una riserva di carica bassa, il Move continua a mantenere elevati standard di volume e resa acustica. Senza penalizzare la soddisfazione di chi ascolta: non si rilevano distorsioni o una minore incisività al diminuire dell’autonomia residua della batteria. Se poi serve una resa ancora superiore, è sufficiente abbinare due Move per avere un perfetto sistema audio a due canali. Oppure usarli in modo singolo in stanze diverse.

I sei microfoni posizionati nella parte alta, disattivabili con l’apposito tasto, servono sia al Trueplay, sia quando si abilitano i comandi vocali con Alexa. La reattività del Move con Alexa è di alto profilo, equiparabile alla precisione del Sonos Beam. I microfoni operano prontamente anche con la musica attiva, attivando la piattaforma di Amazon senza indugi. A dimostrazione dell’ottimizzazione attuata dal brand. E ancora: la riproduzione dei brani può essere comandata a voce, invece di ricorrere all’app. Questo permette di saltare la canzone, regolare il volume o cambiare la playlist in qualsiasi momento, ovunque si trovi il Move, purché si a portata di corde vocali.
Passando dal Wi-Fi (connettività di riferimento per Sonos) al Bluetooth si perdono alcune funzioni, per esempio la regolazione automatica del suono in base all’ambiente o le risorse tipiche dell’app di Sonos, ma non si rinuncia alla qualità audio superiore del Move.
Il prezzo del Move
Sonos Move è disponibile a 399 euro (https://www.sonos.com/it-it/shop/move.html). Il prezzo lo posiziona nella parte medio/alta degli speaker wireless. Tuttavia osservando il mercato non è nemmeno troppo distante da soluzioni meno versatili e la cui qualità audio non è altrettanto appagante. A conti fatti per le funzioni che offre, la duttilità di utilizzo e la cura costruttiva, siamo al cospetto di uno dei migliori e più coinvolgenti speaker wireless che abbiamo finora provato. Di certo, non è un altoparlante Bluetooth da tenere in tasca, ma una soluzione “definitiva” per la musica in casa. Con in più la possibilità di essere esteso ed espanso nelle funzioni e nell’esperienza audio con i prodotti di Sonos.