
Premessa (doverosa): chi vi scrive è un appassionato di prodotti Sonos e il Move è stato uno degli speaker più utilizzati, tanto da portarlo all’estremo della vita della batteria. Quattro anni di uso intensivo (sostituito di recente solo dall’Era 300) e fedele compagno di gite, scampagnate e cambiamenti di stanza. Quando abbiamo avuto l’opportunità di scoprire in anticipo le doti di un prodotto così usato (e usurato dallo scrivente), ci sono subito balzate all’occhio le due caratteristiche di cui abbiamo sentito la mancanza: l’audio stereo del doppio tweeter; la possibilità di sostituire la batteria (quella del Move è ormai frusta). L’arrivo finalmente in prova del Move 2 è stata una conferma delle intuizioni avute durante la lettura dei documenti e la visone dei video. Sonos Move 2, proposto a 499 euro (prezzo del tutto allineato al prestigio del brand e alle capacità dello speaker, anzi smart speaker), è diventato subito il nostro compagno musicale. Malgrado i 3 kg di peso che però non sono così impegnativi con l’incavo posteriore che permette di impugnarlo e trasportarlo abbastanza comodamente.


Aprendo la scatola e installandolo, abbiamo scoperto altre novità meno evidenti ma comunque interessanti e argute. La base di ricarica, per esempio, ha bordi più definiti: semplifica l’alloggiamento e migliora la stabilità perché c’è meno “gioco” e sfrutta il baricentro e il peso in modo più efficiente. Osservando il dorso, invece, Sonos ha rinunciato al tasto universale per l’abbinamento in favore di controlli più intuitivi. Oltre all’interruttore per spegnere il microfono, è confermato il tasto Bluetooth per attivare il pairing in questo modo (che evita l’utilizzo dell’app ma con diverse rinunce) e poi il nuovo tasto di accensione dell’unità.
In accordo a questa configurazione, cambiano anche i controllo fisici nella parte superiore che prendono spunto da quelli dell’Era 300. Quindi il volume si regola con lo slider ricavato nelal parte superiore e i tasti touch permettono di attivare l’assistente vocale (Alexa o quello di Sonos) e di gestire la riproduzione musicale. Si noti come il volume al tocco sul Move 2 sia separato da quello dello smartphone quando l’abbinamento tra i due device avviene attraverso l’app di Sonos, dunque via Wi-Fi o rete Ethernet; il volume è uniformato se i dispositivi si collegano via Bluetooth.



Rimangono invariati alcune caratteristiche peculiari di Sonos, una sorta di firma tecnologica che contraddistingue tutti i prodotti audio del brand. Che sempre profonde tecnologia e innovazione per mantenere la qualità audio al top. Così il Move 2 mantiene la resistenza all’acqua e alla polvere in virtù della certificazione IP56 contro l’intrusione di agenti esterni. Inoltre, seppure non una vera e propria tropicalizzazione, Sonos garantisce anche la resistenza ai raggi solari e un range di operatività che spazia da circa -10° a 50°. Sfruttando le giornate di bombe d’acqua su Milano, l’abbiamo messo fuori dalla finestra sul balcone per scoprire come suona in condizioni così impegnative: bene. Continua a suonare bene sotto la pioggia battente, nonostante il frastuono dell’acqua che gronda dal cielo. Asciugato con un panno, riportato in casa e ha continuato a riprodurre senza alcun problema.
Anche la reattività al lunedì mattina, quando la temperatura in ufficio è più bassa, è immediata: non risente in alcun modo di un ambiente più freddo fin da subito la struttura acustica è in grado di riprodurre l’ottima e “porosa” texture sonora, ancora più calda e avvolgente rispetto al Move. Sonos ha lavorato, e si sente, conferire più profondità all’audio, seppure a discapito di una maggiore intensità dei bassi, ma nel contesto ogni frequenza risulta ben definita anche con musiche impegnative. Questo per dire, che le oscillazioni termine, seppure nell’intervallo indicato, le condizioni meterologiche non pregiudicano la qualità.
E non impattano sull’autonomia. L’abbiamo acceso al mattino, ha esaurito gran parte della nostra playlist che usiamo per le prove di tutti i prodotti audio. L’abbiamo costruita nel tempo, con gli anni: sono l’equivalente di 53 ore e mezza su Apple Music. Abbiamo definitivamente abbandonato Spotify, dopo oltre un decennio di fedeltà, perché l’audio è migliore su Music e, peraltro, è stato possibile portare pari pari la playlist da Spotify su Music. Riproducendo i brani in sequenza a un volume del 50%, siamo arrivati a superare le 30 ore. Le 24 ore nominali indicate da Sonos si raggiungono con livelli di volume superiori e sono più del doppio del Move precedente. Ma il volume non è un problema per il Move 2, dato che anche a bassi livelli riesce a produrre un audio preciso, potente e raffinato. Ricordiamo che sul sito Sonos è possibile acquistare il kit per sostituire la batteria con un divertente processo “fai da te”.




Il fatto è che guardando frontalmente il Move 2 non si scorgono sostanziali differenze estetiche rispetto al Move. Mentre è nella costruzione interna che le novità fanno la differenza. Sonos è riuscita a mantenere l’unicità di questo speaker così particolare ma ineguagliato lavorando sulla resa acustica, nettamente superiore.
L’evoluzione del Move riposiziona la nuova versione nella fascia alta degli altoparlanti wireless, che ben si intona all’ecosistema Sonos esistente e gestibile dall’app. Abbiamo citato che l’esperienza migliore si ottiene proprio attraverso la configurazione Wi-Fi dallo smartphone, ma se avete un iPhone il supporto ad Apple AirPlay 2 permette di iniziare lo streaming audio senza ulteriori indugi.
Qualsiasi connettività wireless si decida di utilizzare, Move 2 non risente di latenze e fa scorrere il flusso musicale senza interruzioni o fastidi. Anche in un ambiente, come il nostro ufficio, nel quale abbiamo volutamente moltiplicato il numero potenziale di disturbi accendendo qualsiasi oggetto Bluetooth presente. Sonos mantiene un collegamento stabile, per quanto non abbia sentito la necessità di includere aptX HD, LDAC o altro nei suoi dispositivi: riesce a operare affidandosi ai tradizionali codec SBC e AAC.
Ancora una volta, il consiglio è di affidarsi al Wi-Fi perché è si attiva il supporto per lo streaming con qualità fino a 24 bit/48 kHz, perfetto in abbinata con Amazon Music Unlimited e le canzoni in HD. Non dimentichiamo che il Move 2 è munito di porta Usb-C che opera come line-in da periferiche esterne via Usb-C/Usb-C oppure con l’adattatore per jack da 3,5 mm (ci vuole quello di Sonos per questioni di corretta impedenza, altrimenti il volume sarà troppo basso o addirittura assente). Peraltro, collegando lo smartphone alla Usb-C del Move 2 si ascolta la musica con la massima qualità e, al contempo, ricaricando la batteria del device e controllando il volume in un’unica soluzione.
In ogni caso, il nostro consiglio è di usare l’app di Sonos che individua immediatamente il Move 2 e permette di configurarlo come speaker a se stante oppure inserito in un contesto di altri modelli di Sonos. La configurazione è semplice e, al termine, si ha la possibilità di agire sull’equalizzatore per alti e bassi (da -10 a +10) e attivare la loudness. Inoltre, dall’app si attiva la fondamentale funzione Trueplay che permette al Move 2 di calibrare l’audio in automatico in base all’ambiente di riproduzione.




Attraverso l’app è possibile accedere a un gran numero di servizi di streaming e stazioni radio Internet, da Absolute Radio e Apple Music a Tidal e TuneIn. Sempre dall’applicazione si possono impostare configurazioni multiple del Move 2: il risultato è quasi l’alta fedeltà.
Sempre dall’app è possibile determinare quale assistente vocale utilizzare in abbinata con il Move 2. C’è Alexa, ormai collaudata da Sonos, ma con questo speaker debutta anche Sonos Voice Control. La differenza tra i due è presto detta: Alexa è il ben noto sistema “tuttofare”; Voice Control è ottimizzato per impartire comandi, anche specifici, allo speaker e all’ecosistema in cui si innesta. Ribadiamo che i comandi vocali sono inerenti alle funzioni native dello speaker (accensione, spegnimento, riproduzione, volume e così via) e non consentono di comandare piattaforme di streaming esterne. E con Voice Control non si accede a Internet per ottenere risposte o informazioni. Ecco perché la configurazione ideale è attivare tanto Alexa quanto Sonos Voice Control: la prima per l’utilizzo in modalità smart speaker, il secondo per gestire vocalmente le opzioni.



A questo punto la domanda definitiva è: come suona? Alla grande. Sonos ha portato lo stereo nel Move 2 e questo fa la differenza. Il tweeter a doppia angolazione insieme al generoso woofer sono abbinati a superfici in plastica personalizzate che guidano le onde acustiche e dirigono le frequenze, così da massimizzare la resa. Gli ascolti migliori si ottengono avendo il Move 2 a un paio di metri di fronte, al centro. Oppure in una stanza, appoggiato su un mobile o una superficie: le sonorità riempiono la stanza e l’effetto stereo è più completo e ricco rispetto al modello precedente. Il merito va anche all’amplificatore di Classe D abbinato a ciascuno dei tre driver.


La medesima chiarezza, nitidezza e raffinatezza acustica dell’Era 300 si ritrova nel Move 2. Il quale esibisce uno scenario acustico ampio, potente e ben bilanciato, oltre che pulito e dettagliato. Una gioia per le orecchie. Il Move 2 è più completo e definito del precedente: il tweeter aggiuntivo sembra poco ma genera una differenza sostanziale. Ora c’è più profondità, tenuta e tensione del basso, ma senza penalizzare alti e medi e anche il vocale risulta chiaro, non “schiacciato” tra le frequenze. Non manca nemmeno mordente quando si porta il Move 2 in ambiti più rock e intensi, mentre è più rotondo e delicato nelle musiche che vertono sulla coralità tra voce e musica. Il Move 2 sfoggia migliore controllo delle frequenze più alte e suoni più omogenei quando si alza il volume. Nel complesso, spaziando tra generi musicali diversi, si ha la conferma che il suono è più composto, raffinato e dettagliato rispetto a prima.