
Dal punto di vista squisitamente tecnico, Sonos ha aggiornato la soundbar compatta di alta qualità Beam (presentata nel 2018) apportando miglioramenti principalmente rivolti a sostenere la riproduzione di audio Dolby Atmos. Però è l’esperienza d’utilizzo che fa comprendere come questa funzione sia stata la leva per perfezionare e potenziare la qualità sonora della Beam. La seconda generazione (Gen 2, 499 euro) o l’edizione 2021, a seconda di come la trovate scritta online, propone un audio non solo potente ma soprattutto ben equilibrato, perfetto tanto per i film quanto per l’ascolto musicale; insomma, in una parola: vellutato.
Osservandola dall’esterno, le differenze tra la prima Beam e la Beam Gen 2 non sono evidenti. Le dimensioni sono sostanzialmente identiche (651x100x69mm e 2,8 Kg di peso), così come la griglia che protegge gli speaker e segue gli angoli arrotondati, fino ad arrivare al medesimo pannello inferiore dove c’è la connettività.
Incavato nella monolitica e pregevole struttura in plastica molto resistente della Beam Gen 2 si trova il vano che ospita le porte per alimentazione, Ethernet e Hdmi Arc (supporta anche l’eArc). Vi consigliamo di collegare tutte le porte alle altrettante periferiche, ossia rispettivamente presa elettrica a muro, router per l’accesso a Internet e Tv. L’audio passa attraverso la porta Hdmi Arc che si trova sui televisori di ultima generazione (da diversi anni a questa parte). Di solito questa porta particolare Hdmi è segnalata in modo preciso.
L’esperienza di ascolto è ulteriormente rafforzate dal supporto eArc (a volte vi servirà attivarlo dal menu delle impostazioni del Tv configurando la porta Hdmi non come tradizionale ma potenziata o equivalente). La maggiore larghezza di banda e velocità consente di gestire al massimo tutti i canali di audio, inclusi flussi di dati non compressi a otto canali, equivalenti a 24 bit/192 kHz a velocità fino a 38 Mbps. Perfetti per console, set-top-box di alta qualità in 4K e riproduttori di Blu-ray.
Se poi si vanno a verificare i singoli elementi, si scopre che la nuova griglia è stata modificata per ottimizzare la resa acustica. Anche perché gli speaker per sostenere l’incremento dell’audio mantengono uno schema identico alla prima Beam (per cui le dimensioni rimangono egualmente compatte):
5 amplificatori digitali di Classe-D (erano 3 nella prima Beam);
tweeter centrale (simil up-firing) per un’ottima risposta sulle alte frequenze e per migliorare i dialoghi;
4 midwoofer ellittici per le frequenze medie e basse;
3 radiatori passivi per esaltare l’armoni e il bilanciamento.
A questo impianto si somma una matrice di microfoni di tipo far-field studiata per il beamforming avanzato, per la cancellazione dell’eco e per il controllo della riproduzione, in modo particolare sul fronte del vocale. Incredibile come in un oggetto così piccolo e compatto ci sia un controllo costante e in tempo reale della qualità audio, con in più la funzione Trueplay per ottimizzare la resa sulla base della stanza.
Il Trueplay si usa in abbinata al microfono dello smartphone: una serie di suoni emessi dalla Beam Gen 2 permette di analizzare lo spazio acustico e di adattare il comportamento della soundbar. E proprio lo smartphone è anche il centro focale per configurare la Beam. L’app Sonos (va installata la S2 con icona colore ocra, non quella S1 gialla) ha ormai raggiunto il medesimo livello di funzionamento tanto su iOS quanto su Android. E questa è un’ottima notizia (storicamente è sempre stata un po’ sbilanciata sul fronte Apple).
La configurazione della Beam Gen 2 ripercorre procedure già viste con tutti i prodotti Sonos. Vi consigliamo di installare prima l’app, poi di collegare Hdmi, Ethernet e, infine, alimentazione. Verificate che smartphone e soundbar siano sulla medesima rete, quindi lasciate fare all’applicazione e in un manciata di minuti potreste ascoltare il potente audio. Beam Gen 2 cambia radicalmente l’equilibrio tra qualità visiva e qualità sonora del Tv: se non alla pari, l’audio arriva perfino a prevalere.
Questo anche perché dall’app Sonos si possono equalizzare alcuni comportamenti cruciali della nuova soundbar. Tra cui accendere la modalità dialogo, che aiuta a conferire maggiore vigore al parlato ma senza sbilanciare l’equilibrio complessivo.
Con Beam Gen 2 nell’arco di dieci minuti si può contare su un sistema audio “tuttofare” che conquista su tre fronti: riduzione dell’ingombro, flessibilità di utilizzo, potenza sonora.
La nuova Sonos è perfetta in abbinata con schermi anche superiore a 55 pollici. Non è nel rapporto tra dimensioni del Tv e della souondbar che dovete basare la vostra scelta, ma sulla dimensione della stanza e sulla distanza tra Tv/Beam e punto di ascolto (divano o equivalente). Per semplicità definiamo questa distanza come D. Se D non supera i 4 metri, la Beam Gen 2 offre il meglio di sé per bouquet sonoro, precisione, equilibrio e qualità che, come detto, definiamo vellutata in virtù del rispetto di ciascuna sonorità.
Se D è di 5 metri e oltre, la Beam Gen 2 può comunque rappresentare un’ottima soluzione in termini di ingombro, design e contesto dell’arredamento. Ma se c’è spazio a sufficienza, a questa distanza e con stanze di questo tipo sarebbe meglio orientarsi sull’Arc.
Questo perché la Beam Gen 2, in virtù anche delle dimensioni, riesci a sviluppare un volume sonoro molto ricco e preciso a brevi distanze. Oltre può comunque operare egregiamente, ma l’Arc essendo più ampia consente di sfruttare meglio la spazialità.
Beam Gen 2 è quindi perfetto per stanze piccole (tra 20 e 40 mq) o per tipologie di arredamento. Il bello è che la sua resa non cambia se agganciato al muro oppure appoggiato sul mobile: le doti acustiche eccellenti, derivanti dal mix corretto di tutte le frequenze, sono un marchio di fabbrica di Sonos.
E proprio in virtù del brand, non solo Beam Gen 2 può essere inserito all’interno dell’ecosistema di speaker controllati dall’app Sonos, ma anche esteso con subwoofer e accessori da abbinare per aumentare la spazialità sonora.
E il Dolby Atmos? Incredibilmente funziona senza dissezionare in modo fastidioso le frequenze, come invece accade per alcuni speaker integrati nei Tv. Sonos, anche in virtù del design arrotondato del Beam Gen 2, conferisce la volumetria e l’effetto 3D necessario per migliorare l’immersione acustica nei film. Il che significa che opera in perfetta simbiosi con le principali app di streaming video e con i dongle hardware (da quelli di Amazon fino all’Apple Tv) ma non interferisce creando distonie acustiche in situazione di audio “plain”, come nel caso dei programmi televisivi classici. In cui, invece, si apprezza la robusta e potente sorgente sonora assicurata dal Beam Gen 2.
Alla resa dei conti, la nuova soundbar di Sonos è la scelta perfetta ottenere una resa acustica superiore a quella del Tv e per riscoprire l’acustica tanto dei film, quanto dei programmi più tradizionali (a partire dal telegiornale). Senza dimenticare il gaming e l’accuratezza garantita con alcune serie e film in streaming. È anche perfetto per la riproduzione musicale, non a caso supporta tutti i principali servizi ed è compatibile con il protocollo Apple AirPlay 2.
E si può anche controllare a voce, scegliendo tra l’Assistente Google e Amazon Alexa. La scelta determina l’inserimento del Beam Gen 2 nell’uno o nell’altro ecosistema IoT esistente, con la possibilità non solo di usare la soundbar come smart speaker. Ma anche per controllare la riproduzione video sul Tv con le principali piattaforme di streaming.