
Sarà per il colore beige elegante, che è identico a quello delle Jabra Elite 75t testate nel 2020, sarà per il design, anch’esso molto simile, però è impossibile non guardare le Elite 5 senza subire l’effetto “déjà vu”. E, volendo continuare anche per fedeltà di lingua, non sono esenti nemmeno da un certo “déjà entendu”, ossia già ascoltato. Precisiamo meglio. Le Elite 5 appartengono al più recente refresh di auricolari Tws di Jabra e portano in dote caratteristiche tecniche e uditive sviluppate e consolidate negli anni dal brand danese (afferente al gruppo GN Audio, specializzato in prodotti audio professionali). Dunque, offrono un “pacchetto” completo e persino di buona qualità in termini acustici e sonori, tuttavia non segnano un passo in avanti rispetto alla versioni precedenti, come nel caso delle citate 75t. Che però costavano di più: 179,99 euro contro i 149,99 euro di listino delle Elite 5. Le abbiamo provate per tre mesi e queste sono le nostre considerazioni.
Certo, in ambito Tws l’innovazione passa sostanzialmente da tre fattori chiave: semplicità di configurazione, stabilità di connessione e qualità acustica (in ascolto e nel parlato). Jabra soddisfa i tre requisiti ma senza spiccare, senza quella cifra innovativa che, per esempio, era la modalità “trasparenza” che ci aveva colpito con le 75t come novità. Ora tutte le Tws operano in modo che si possa sentire, all’occorrenza, l’ambiente circostante invece di isolarsi con l’Anc.



Anche sul sistema attivo di riduzione dei rumori le Elite 5 sono in perfetto stile Jabra: buona resa nelle situazioni più comuni ma quando il rumore tende a diventare eccessivo, si pensi per esempio su un tram, l’incidenza della controfase è alterna e a volte non precisa. Poco male, Jabra che nel 2020 poteva contare su una tecnologia all’avanguardia con le Elite 5 ripropone un concetto che nell’arco di due anni è stato esplorato e potenziato da praticamente tutti i brand di Tws, alcuni dei quali con risultati così eclatanti da rendere “normale” l’Anc di Jabra un tempo eccellente.
L’evoluzione è questa, però Jabra sa come si costruiscono un paio di Tws versatili e le Elite 5 lo dimostra in ogni occasione. Nelle chiamate telefoniche, per esempio, con Anc attivato: l’esperienza di ascolto e parlato è ai vertici e si confronta, per qualità e resa, con modelli ben più costosi e di brand blasonati.



Le chiamate vocali sono il vero punto di forza delle Elite 5, che per l’ascolto musicale e multimediale possono contare su una qualità molto buona e che, quantomeno per chi scrive, ha il pregio di essere flat e non pre-equalizzata con la pratica comune di enfatizzare i bassi. I sei microfoni (interni ed esterni) aiutano soprattutto nella riduzione del rumore quando si effettuano chiamate, mentre gli altoparlanti con diametro da 6 mm sono i responsabili del suono piatto ma fedele. Peccato non hi-res: i codec supportati sono Sbc, Aac e Aptx via Bluetooth, che le rendono perfettamente compatibili con i device iOS e Android.




Anche l’app è un elemento che aiuta a uniformare l’utilizzo, perché è identica per entrambi i sistemi operativi. La Jabra Sound+, questo il nome dell’applicazione, permette di configurare le funzioni tra cui la modalità di riduzione del rumore o di trasparenza (HearTrhrough), di personalizzare i controlli al tocco sui padiglioni delle Elite 5 (noi li abbiamo disattivati per comodità), di aggiornare il firmware delle cuffie (1.7.2 quello impiegato per il test) e di impostare l’equalizzatore che, francamente, non aggiunge molto all’ascolto.
Piace la funzione Soundscape perché consente di riprodurre una serie di rumori che rilassano, tra cui rumore rosa e bianco, ventola, cascata, immersioni e suoni derivati dalla natura. Questi servono tanto a cancellare i rumori ambientali, in abbinata all’Anc, quanto a sovrastarli con sonorità rilassanti e confortevoli. Alcuni di questi, per esempio Immersione, Giornata piovosa oppure Caverna, hanno un inaspettato potere ipnotico e rilassante.




Alla resa dei conti le Elite 5 sono la somma di tutto quello che Jabra ha sviluppato di buono nel corso degli anni ma senza davvero spiccare in qualcosa, fatta eccezione per la qualità delle conversazioni telefoniche. Peccato che non ci sia un’app anche per pc o tablet: l’Anc si può comunque attivare e disattivare con i comandi touch sui padiglioni, tuttavia manca la parte di equalizzazione e personalizzazione che aiuta a rendere un po’ più “personali” le Tws. Per esempio, nel nostro caso, per disattivare i controlli touch con i quali proprio non andiamo d’accordo.
Se dal punto di vista software la Sound+ si conferma, come già in passato, completa e semplice da usare, a livello hardware citiamo solo la conformazione in-ear che occupa gran parte della parte bassa dell’orecchio e coadiuva l’Anc attraverso una sorta di esclusione “meccanica” dall’ambiente esterno. Il design delle Elite 5 si rivela comodo e ben studiato, anche per lunghi tempi di utilizzo, ma è un’evoluzione in meglio delle 75t, anche in questo caso un miglioramento incrementale.
Molto buona, infine, l’autonomia: totale è di 28 ore con Anc, compresa la carica di riserva assicurata dalla custodia che si ricarica via Usb e anche via wireless appoggiando la custodia su una base Qi. Le auricolari hanno una durata di oltre 6 ore con Anc attivato.