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Ott e reti Tv rivedono la spesa degli investimenti per la creazione di contenuti originali. Secondo un’analisi di Ampère Analysis, riportata dal quotidiano economico Financial Times, si paventa una riduzione dei budget dal 6 al 2%, per un ammontare che si va ad attestare tra i più bassi degli ultimi dieci anni, specialmente nel settore dello streaming, dopo che era stata toccata la soglia di oltre 240 miliardi di dollari. 

Ott e Tv, meno spese per contenere i costi e far quadrare i conti

In particolare, le reti Tv (tipo Rtl, Mediaset e Itv) dovendo fronteggiare la flessione della raccolta pubblicitaria, a fronte di un aumento dei costi di produzione e la contrazione dell’audience sui canali lineari per i programmi originali dovrebbero adottare una compressione della spesa di circa il 3%. Per i player Ott, da HBO a Netflix, passando per Disney +, la situazione non è certamente migliore. La riduzione nel numero di sottoscrittori si sta combinando con un ampliamento dello scenario competitivo: se da un lato nessuno può immaginare di rinunciare a produzioni originali, dall’altro il piede verrà sollevato almeno un po’ dall’acceleratore: così i nuovi investimenti dal 25% dovrebbero arrivare al massimo a pesare per l’8%. Insomma, format nuovi e contenuti originali ci saranno, ma dovranno essere meno costosi per fare quadrare i conti. Secondo un’analisi di Morgan Stanley, i servizi streaming delle varie piattaforme (ad esclusione di Netflix) hanno patito perdite nell’ordine dei 10 miliardi di dollari. La decisione del colosso di Los Gatos ma anche di Disney + di rendere più accessibili il prezzo dell’abbonamento inserendo però le inserzioni pubblicitarie è un chiaro segnale di quale sia la direzione intrapresa dalle varie piattaforme. Se si guarda allo sport, anche il recente rialzo delle tariffe attuato da parte di Dazn con l’inizio di questo 2023 fa capire che tutti i player sono impegnati a contenere l’erosione di sottoscrittori, che significa mancati ricavi.