
“Oggi annunciamo di avere siglato l’accordo definitivo per acquisire Arm“. Inizia con questa frase la lettera vergata da Jensen Huang, Ceo di Nvidia, con cui spiega i motivi dell’operazione. Operazione finanziaria che è stata lungamente al centro di gossip nei giorni scorsi e ora acquisisce concretezza. Sono 40 i miliardi di dollari che Nvidia ha girato a SoftBank per impossessarsi della tecnologia che è alla base di tutti i dispositivi mobili, siano essi animati da iOS, Android, Windows, HarmonyOS, KaiOS, Qnx, Chrome OS, ColorOS, Tizen, WebOS e nel prossimo futuro anche macOS.
SoftBank è una finanziaria che nel 2016 aveva acquisito Arm per 31 miliardi di dollari. Come spiega Huang: “Trent’anni fa un visionario team di sviluppatori a Cambridge (Regno Unito) hanno inventato una nuova architettura per le Cpu che ottimizza impatto energetico ed efficienza di elaborazione. Il modello di business basato sulla concessione in licenza di questa tecnologia ha portato alla diffusione di massa dell’architettura: Arm è presente pressoché ovunque, dagli smartphone ai pc, fino ai supercomputer e ai server per il cloud. Un impressionante numero di 180 miliardi di computer sono stati costruiti con Arm; 22 miliardi solo nel 2019. Arm è diventata la Cpu più popolare al mondo”.
La società del Regno Unito ha collaudati e stabili rapporti d’affari con Samsung, Apple (per iPhone, iPad, Watch e i futuri Macbook) e Qualcomm per la produzione di chip attraverso le linee di produzione di grandi realtà, tra cui Tsmc. Li ha anche con Huawei, nell’attesa di capire su quale partner orientarsi per i chip delle prossime generazioni di smartphone (Kirin si basa su tecnologia Arm). L’azienda collabora a fondo anche con Microsoft, sia per lo sviluppo dell’edizione Arm di Windows, sia per i dispositivi della serie Surface equipaggiati con questo processore.
Arm è anche nelle schede grafiche e nelle console, per esempio nel caso del chipset mobile Tegra che si trova nel Nintendo Switch. Questa piattaforma è sviluppata da Nvidia, ossia l’azienda che ha staccato l’assegno per fare proprio l’immenso universo Arm.
Il Gattopardo Nvidia
Tomasi di Lampedusa nel suo geniale Gattopardo scrive che “tutto cambia affinché nulla cambi”. Succederà un po’ questo. Nvidia prenderà le redini di un business immenso, che coinvolge anche competitor attuali e futuri. Basti pensare che l’azienda californiana si mette sul contraltare rispetto a Intel quantomeno per il segmento dei notebook super sottili.
Nvidia dunque cambierà qualcosa ma per non cambiare nulla. Arm non può permettersi di perdere nemmeno un cliente, anzi: lo sforzo sarà di acquisirne di nuovi e dare un impulso ingegneristico decisivo sulla base dell’eccellenza del reparto R&D californiano. E non cambierà nemmeno il modello di business, basato sulla concessione in licenza della tecnologia.
Huang propone una ulteriore chiave di lettura: “Stiamo abbracciando Arm per creare la società di computing più avanzata nell’epoca dell’intelligenza artificiale. (…) Sommando le competenze di Nvidia nell’IA e la tecnologia Arm, avremo un vantaggio competitivo gigante nel processo di evoluzione per cloud, smartphone, pc, auto a guida autonomia, robotica, 5G e IoT”.
Attraverso Arm, Nvidia ha appena esteso l’ecosistema di sviluppatori passando da 2 milioni a 15 milioni di developer coinvolti a tutto tondo. Per tutelare questo articolato quadro di riferimento, Huang prima conferma che Nvidia manterrà la massima neutralità verso i clienti e poi fa una promessa: “Il quartier generale di Arm rimarrà a Cambridge e continuerà a essere la pietra angolare dell’ecosistema tecnologico nel Regno Unito. Nvidia manterrà il nome e la brand identity di Arm”. Simon Segars rimarrà Ceo di Arm.
Insomma rimarrà tutto uguale, tranne il grande cambiamento: l’integrazione dei reparti ricerca e sviluppo delle due società. Che hanno il potenziale di rivoluzionare, ancora una volta, il mercato della mobility e della connettività.