L’accordo Ue-Usa sul trasferimento dei dati, il cosiddetto “EU-US Data Privacy Framework” costituisce un tassello importante in questa era più che mai dominata dai flussi digitali. A rimarcarne il valore c’è anche Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, è l’associazione di riferimento del settore e-commerce nel nostro Paese.
Netcomm e il valore dell’accordo Ue-Usa
La posizione di Netcomm è chiara, come si evince dalle parole del suo presidente Roberto Liscia, dal momento che l’intesa siglata apre importanti opportunità e benefici quali l’accesso a 300 milioni di consumatori statunitensi per le imprese europee e la creazione di 700 mila nuovi posti di lavoro. “L’accordo che ha avuto come protagonista la Commissione Europea rappresenta un importante passo avanti per le imprese europee che intrattengono relazioni commerciali con gli Stati Uniti, aprendo la strada a un commercio online più fluido e sicuro. Questo consentirà una maggiore dinamicità dei mercati, a beneficio delle economie nazionali e dell’Unione. Il flusso transfrontaliero di dati permetterà all’economia europea di generare 720 miliardi di euro di indotto in più entro il 2030. Netcomm ha sempre sostenuto e incoraggiato la chiusura di questo percorso promuovendo iniziative di sensibilizzazione dei media e delle istituzioni”. A beneficiare del nuovo quadro normativo saranno anche tutte le piccole e medie imprese (Pmi) che caratterizzano il tessuto imprenditoriale italiano. Sempre secondo Netcomm, la decisione della Commissione Europea avrà impatti diretti e indiretti che interesseranno in primis le imprese, con una possibile crescita di 60 miliardi di euro del valore dell’export annuale – oltre la metà proveniente dal settore manifatturiero. “I trasferimenti di dati sono alla base dei rapporti economici tra Unione Europea e Stati Uniti, con un ritorno significativo per le imprese europee, che possono così allargare il proprio bacino di clienti attraverso l’accesso a un mercato di oltre 300 milioni di consumatori statunitensi. Non solo: anche i singoli cittadini europei potranno appurarne gli effetti positivi, in quanto il flusso transatlantico dei dati consentirà all’Europa di creare 700 mila nuovi posti di lavoro, molti dei quali altamente qualificati, in quanto legati allo sviluppo del digitale”, ha sottolineato Roberto Liscia. Al contempo, tali flussi di condivisione di informazioni sono fondamentali anche per attività di ricerca, anticrimine o legate alla sicurezza. Sperimentazioni cliniche, studi epidemiologici, ma anche cybersecurity, lotta al terrorismo e contrasto di fenomeni fraudolenti e di riciclaggio: sono solo alcuni degli ambiti che, coinvolgendo attività di trattamento dei dati estremamente complesse e articolate, beneficeranno dell’esistenza un “framework” condiviso.