
Minimum Tax sulle multinazionali, con le Big Tech in particolare (ma non solo) nel mirino: stando a quanto riportato dal quotidiano romano Il Messaggero, il governo italiano ha deciso di imprimere una netta accelerazione all’iter ed entro la prossima settimana sarà presentato il decreto legislativo attuativo della delega fiscale. Si tratta di un atto che tende a recepire l’indicazione europea dello scorso anno a fronte dell’accordo in sede Ocse. In base a questo, denominato per l’appunto Minimum Tax, le società multinazionali presenti vengano tassate con un’imposta effettiva ne minima on inferiore al 15%. Così da scongiurare (almeno in parte) quelle manovre in base alle quali i versamenti alle casse dello Stato si riducano davvero ai minimi termini adottando le famose tecniche del “caffè” irlandese o del “panino olandese” con riferimento a quei paesi dove l’imposizione fiscale e decisamente più conveniente.
Minimum Tax, multinazionali e quelle tasse che “svaniscono”
La Minimum Tax interessa qualsiasi Big Tech o Company presente in uno Stato membro e con un fatturato consolidato di almeno 750 milioni di euro. Ebbene, quelle aziende che versano al fisco di ogni Stato Membro dell’Ue una tassa inferiore al 15% dovrà provvedere a integrare il versamento fino a raggiungere tale soglia. Del resto, nel Vecchio Continente e alle viste delle manovre finanziarie d’autunno, sono numerosi gli Stati chiamati a dover modulare gli interventi a fronte di scarse risorse finanziarie. A dirla tutta non c’è solo l’Italia. Anzi, come emerso nelle scorse ore, in Germania è emerso che il deficit è ben il doppio di quello che il ministro delle Finanze, il “duro” e “puro” Christian Lindner, aveva dichiarato. Un’accusa forte alle viste delle paventate negoziazioni legate al patto di Stabilità, che è arrivata dalla dalla Corte dei Conti tedesca. Tornando in Italia, vale la pena ricordare che nel triennio 2019-2021 i giganti del web, grazie ai risultati che sono stati contabilizzati nei paesi che adottano la fiscalità agevolata, hanno risparmiato ben 36,3 miliardi di euro in tasse, come emerso dall’indagine dell’Area Studi Mediobanca. Lo studio ha evidenziato che nel 2021 circa il 30% dell’utile ante imposte è tassato in paesi a fiscalità agevolata, con un conseguente e significativo risparmio. In Italia le filiali dele Big tech che hanno cubato un fatturato aggregato di 8,3 miliardi hanno versato nelle casse dello stato 150 milioni di euro.