
Microsoft, dopo aver presentato ricorso Competition Appeal Tribunal (CAT) contro la decisione della CMA (ossia, l’Antitrust del Regno Unito) di bloccare l’acquisizione del valore di 69 miliardi di dollari di Activision intensifica la sua azione strategica. Il colosso di Redmond non intende mollare l’osso, dopo aver ricevuto il consenso nell’Ue. La battaglia dell’Atlantico è appena cominciata: se sul versante del Vecchio Continente c’è da convincere l’ente regolatore della concorrenza di Sua Maestà, su quello statunitense non meno intensa si annuncia la questione legale con FTC (Federal Trade Commission), con la prima udienza in calendario a inizio agosto.
Microsoft, la sfida con la CMA
Per Microsoft i prossimi 60 giorni (a meno di clamorosi colpi di scena) saranno ad elevata intensità. E dunque sotto la guida del presidente Brad Smith sta operando a tutto campo. L’agenda dei lavori prevede incontri di alto livello a Londra e dintorni, dove spicca quello annunciato con Jeremy Hunt, il Cancelliere dello Scacchiere (il ministro dell’Economia e delle Finanze). Che, nelle ore successive il diniego della CMA, ha invitato tutti gli enti e gli organismi indipendenti dal governo a tenere in seria considerazione l’importanza di non danneggiare sotto il profilo economico le opportunità di crescita del Paese. Evidentemente da parte del colosso di Redmond si stia cercando di esercitare qualche tipo di pressione per conquistare il disco verde a un “deal” che ormai ha registrato pareri favorevoli in tutto il resto del mondo. In queste ore si rincorrono le ipotesi secondo le quali Microsoft e Activision sarebbero pronte a qualsiasi modo per aggirare il vincolo. Ma tutto sembra appartenere a quel sapore di fiction che accompagna sempre le grandi operazioni finanziarie. Di certo ci sono le date dell’udienza relative all’appello a CAT, Infatti, dal 24 al 31 luglio entrambe le parti in causa potranno far sentire le loro ragioni con tutti i dettagli necessari. Il giudice Marcus Smith ha invitato le parti le parti ad agire senza tralasciare alcun dettaglio e dunque a sfruttare tutto il tempo che serve e che è a disposizione. Il nodo da sciogliere e che ha portato alla sentenza della CMA è quello dei servizi di streaming cloud, un ostacolo che Microsoft ha cercato di superare firmando accordi di licenza con i proprietari di piattaforme di streaming tra cui Valve Corp, Nvidia e Boosteroid.