
A metà marzo si è consumata la rottura tra Meta e Siae, che ha ammutolito i post, i reel e le storie pubblicate sui social Facebook, Instagram e WhatsApp perché gli utenti non possono più utilizzare la musica italiana (ma non solo) per corredare questi contenuti. In occasione della giornata in cui le due parti non hanno trovato l’accordo, Siae si è affrettata a diramare la dichiarazione ufficiale. La seguente, che abbiamo già commentato in un articolo di approfondimento:
“A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti. Colpisce questa decisione, considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità di Siae a sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati. Tale apertura è dimostrata dal fatto che Siae ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023. Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”.
Gli sviluppi più recenti risalgono a qualche ora fa, quando Angelo Mazzetti, responsabile degli affari istituzionali di Meta, ha presentato una relazione che fa luce su diversi punti della posizione ufficiale della piattaforma di social network. E ha esordito con toni molto chiari: “L’attuale e straordinaria situazione rappresenta un danno significativo per Meta, per gli utenti e per tutto l’ecosistema musicale italiano”.
Per poi continuare su un punto che dovrebbe essere ben chiaro ma forse non in casa Siae. Ossia che togliere la musica dai social “danneggia gli autori che non sono più in grado di monetizzare i propri contenuti, danneggia gli artisti che non possono più beneficiare di Facebook e Instagram come strumenti per la promozione e danneggia la nostra comunità di utenti italiani che non può più utilizzare il repertorio della Siae. In poche parole, è una situazione di svantaggio generale, in cui a perderci sono tutti ed è per questo abbiamo cercato di evitarla con tutte le nostre forze”.
E poi il retroscena che mancava: “Non abbiamo deciso di interrompere le trattative unilateralmente, come è stato dichiarato” ha precisato Mazzetti. Anzi. Spiega: “La licenza è scaduta il 15 dicembre 2022. Già dallo scorso agosto abbiamo preso contatti per rinnovare l’accordo. La trattativa si è interrotta per la natura dell’importo chiesto da Siae, che inizialmente è stata di 4 volte superiore all’importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente di gli stessi”.
Alle richieste assurde di Siae, Meta ha “fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentato un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con Siae fino a dicembre 2022”. Non solo, Meta ha anche “progressivamente aumentato” l’offerta nel tentativo di “andare incontro alle richieste di Siae”. Tuttavia, quest’ultima “si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore ad un aumento del +310%. Non siamo disposti a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato”.
La relazione di Mazzetti si chiude rigettando in una sede illustre e autorevole le accuse di Siae, che già erano parse abbastanza naïf. “Rispettare il diritto d’autore è una nostra priorità, abbiamo accordi con tutti i principali titolari di diritti in Italia e all’estero”. E precisa che tutti questi accordi “sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della direttiva sul copyright. Se abbiamo rimosso il catalogo Siae è proprio per rispetto della proprietà intellettuale”. Da questa vocazione nasce l’accordo con Mediaset per combattere la pirateria on-line.
Dunque ecco spiegata l’assenza della musica: è causata dal “rifiuto di Siae di accettare una proroga dell’accordo precedente per continuare le negoziazioni. Non potevamo tollerare l’utilizzo del repertorio Siae senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio SIAE proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia”, spiega Mazzetti. Che rilancia: “Accogliamo positivamente il tavolo annunciato dal Ministero della Cultura per la prossima settimana a cui parteciperemo con uno spirito aperto e collaborativo”.
La risposta di Siae: “Dichiarazioni di Meta semplicemente false”
In relazione all’improvvisa interruzione della trattativa per il rinnovo della licenza da parte di Meta, la Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae) esprime innanzitutto il proprio sincero apprezzamento alle Commissioni Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e Cultura, Scienza e Istruzione per averla invitata a partecipare ad un’audizione finalizzata all’adozione da parte del Governo di tutte le iniziative affinchè sia assicurata piena tutela al diritto d’autore. “Per Siae è fondamentale un’azione congiunta tra i vari soggetti impegnati per la tutela, anche nel campo del digitale, dei diritti d’autore e del patrimonio culturale italiano”, si legge sul sito della Società. E ancora: “In tal senso Siae ribadisce che da parte di Meta ci si aspetta una maggiore trasparenza e collaborazione per superare l’asimmetria informativa che ha causato lo stallo della trattativa e soprattutto il parziale oscuramento della musica italiana da parte di Meta sulle piattaforme Facebook e Instagram con gravi danni per tutta la filiera musicale nazionale. La Siae è certa che l’audizione rappresenti un importante passo verso una ripresa della negoziazione e, come sempre, si impegna a continuare a lavorare ogni giorno per trovare il prima possibile una soluzione alla vicenda che permetta agli autori ed editori italiani di ottenere una equa remunerazione”.
Da qui la dichiarazione ufficiale della Siae sulle parole di Mazzetti:
«La dichiarazione di Meta che “Siae si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310% rispetto all’accordo del 2022” è semplicemente falsa. Come detto nella nostra audizione, che in maniera trasparente abbiamo deciso di rendere pubblica a differenza di Meta, la nuova licenza non è comparabile a quella siglata nel 2020 e qualsiasi raffronto in percentuali è semplicemente pretestuoso. Meta di chiamava Facebook e non voleva occuparsi di metaverso e i suoi ricavi e sfruttamenti del nostro repertorio non erano minimamente paragonabili a quelli attuali. Oltre a questo la dichiarazione è falsa e pretestuosa in quanto SIAE non ha mai dato un ultimatum a Meta come fatto da quest’ultima e non abbiamo mai detto che la nostra ultima offerta sia il minimo che saremmo disponibili ad accettare. Quella che vuole imporre un proprio valore e che ha interrotto la negoziazione, creando le condizioni per la situazione attuale è e rimane unicamente Meta».