
L’emergenza sanitaria che non pare voler allentare la sua presa sul 2020 ha posto il mondo della ristorazione in una situazione di incertezza e cambiamento. Tornano i provvedimenti, trasversali alla Penisola, che dettano modi e tempi dei ristoranti, già chiamati a una prova tutt’altro che banale in termini di sanificazione e distanziamento sociale.
La panacea di tutti (o quasi) i mali, ha detto qualcuno, sarà il food delivery. In generale, la tecnologia e il digitale possono offrire strumenti per ripensare i processi consolidati nel mondo della ristorazione e ridisegnarli in base alle esigenze contingenti. Come questo impatti all’atto pratico nel quotidiano di un ristorante, di un locale o di un pub, però, possono dirlo solo i protagonisti che da sempre si interfacciano con queste dinamiche.
iGizmo ha dunque incontrato Giuseppe Grasso, proprietario di Jazz Cafè di Milano, ma anche di Bomaki e Poku e Ceo del gruppo che li racchiude. Una voce fondamentale quella di Giuseppe Grasso, volto simbolo della movida milanese, che ci conduce in un viaggio alla scoperta del mondo della ristorazione nel 2020, con il supporto di Marco Zaki, suo socio e responsabile digital.
Nel loro racconto scopriamo una ristorazione fatta di emozioni e persone, oltre che di processi, spazi e strumenti. Un mondo che nel 2020 vive di digitale e di social, ormai imprescindibili per funzionare, farsi conoscere e portare avanti la conversazione sul proprio brand, ma che non può comunque esistere senza la convivialità e il rapporto diretto con i clienti. “Il nostro lavoro è fatto di emozione e contatto” dice subito in apertura Giuseppe Grasso.
I nuovi strumenti dunque, dal QR Code che elimina il menu fisico ai social fino al delivery aprono nuovi scenari per l’Ho.Re.Ca., facilitano i processi e aiutano a raggiungere un pubblico potenzialmente infinito. Ma per funzionare al meglio devono conquistare un’armonica sinergia con il calore che solo il rapporto diretto e l’atmosfera del ristorante è in grado di restituire.
Ed è ciò che stanno mettendo in piedi i soci di Jazz Cafè, Bomaki e Poku, che proprio per sfruttare al massimo le potenzialità del digitale sono al lavoro anche su una skill per Alexa, che permetterà ai clienti di ordinare i piatti preferiti di Bomaki rivolgendosi all’assistente vocale di Amazon.
Jazz Cafè – Il simbolo della movida di Milano
Per raccontare come nasce uno dei locali simbolo della notte milanese, immerso nella splendida cornice di Corso Sempione a due passi dall’Arco della Pace, non c’è voce più autorevole delle parole che animano proprio il sito web del Jazz Cafè:
“Il Jazz Cafè nasce il 16 febbraio 1995, quando tre amici accomunati dalla passione per la musica jazz decisero di dar vita, in un contesto allora inconsueto, a un progetto semplice e nello stesso tempo molto intraprendente: creare un nuovo stile di intrattenimento in risposta a quello classico proposto dagli altri locali milanesi.
Da una piccola tea room, sala dopo sala, insieme agli spazi e agli ambienti in continua metamorfosi, sono cresciute anche l’esperienza e le idee che con il tempo hanno portato all’odierna e affermata realtà del Jazz Cafè: un dinamico e attraente microcosmo immerso nella cornice storica, suggestiva e di grande fermento della movida di c.so Sempione”.