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RUSSELL HOBBS

L’intelligenza artificiale è una parte enorme dell’attività di Google e alla conferenza I/O di quest’anno l’azienda ha evidenziato il lavoro effettuato con la comprensione del linguaggio AI. Al centro, un modello sperimentale chiamato LaMDA, che secondo Google potrebbe un giorno potenziare l’abilità dei suoi assistenti di intelligenza artificiale e consentire conversazioni più naturali.

“È davvero impressionante vedere come LaMDA possa portare avanti una conversazione su qualsiasi argomento”, ha affermato il CEO di Google Sundar Pichai durante la presentazione. “È incredibile quanto sia sensata e interessante la conversazione. Ma è ancora una ricerca iniziale, quindi non va tutto bene“.

Per dimostrare le capacità di LaMDA, l’azienda ha mostrato i video di due brevi conversazioni condotte con il modello. Nel primo, LaMDA ha risposto alle domande fingendo di essere Plutone, e nel secondo stava sostituendo un aeroplano di carta. Come ha notato Pichai, il modello è stato in grado di fare riferimento a fatti ed eventi concreti durante la conversazione, come la sonda New Horizons che ha visitato Plutone nel 2015.

Apparentemente senza alcuna formazione specifica in anticipo, LaMDA è stata in grado di parlare dal punto di vista di due oggetti molto disparati. In particolare, ha usatouna tecnica di apprendimento automatico nota come trasformatori, che sono eccezionali nella gestione del linguaggio e sono alla base del lavoro di rivali come GPT-3 di OpenAI.

Ma che senso ha tenere una conversazione con una macchina? Come ha notato Pichai sul palco, gran parte del lavoro di Google sull’intelligenza artificiale riguarda il recupero di informazioni, sia attraverso la traduzione di altre lingue o la comprensione di ciò che gli utenti intendono quando effettuano ricerche sul web. Se Google riesce a far sì che l’IA comprenda meglio il linguaggio, può migliorare i suoi prodotti principali. Può trasformare la ricerca o persino l’utilizzo del telefono in una conversazione, qualcosa di naturale e scorrevole.

Ma è decisamente un lavoro duro. Come ha notato Pichai: “La lingua è infinitamente complessa. La usiamo per raccontare storie, fare battute e condividere idee. […] La ricchezza e la flessibilità del linguaggio lo rendono uno dei più grandi strumenti dell’umanità e una delle più grandi sfide delle scienze informatiche“.

Un punto degno di nota nella presentazione, tuttavia, è stata l’enfasi di Google nel garantire che LaMDA aderisca ai suoi principi di intelligenza artificiale: ovvero, assicurarsi che sia socialmente vantaggioso, eviti pregiudizi e così via.