
Quello dell’Intelligenza Artificiale – secondo l’analisi stilata dall’ateneo telematico Unicusano – è un mercato che deve ancora esprimere tutte le sue potenzialità. Ma attenzione. Il suo sviluppo potrebbe determinare significativi (e negativi) impatti occupazionali, sia in Europa (circa 15 milioni di lavoratori sia negli Usa (73 milioni di addetti). Il report – effettuato in parte grazie proprio all’AI di Chat GPT – evidenzia che il mercato globale cuba 62,4 miliardi di dollari: ma che entro il 2026 (un triennio) dovrebbe oltrepassaare la soglia dei 300 miliardi. Solo i Chatbot – a cominciare per l’appunto da Chat GPT – saranno i trascinatori. Il loro valore si moltiplica in maniera dirompente: se nel 2016 valeva 190,8 milioni di dollari entro il 2025 raggiungerà la quota di 1,25 miliardi di dollari.
Intelligenza Artificiale: lo scenario in Italia


In uno scenario così rapido, l’Italia ha davanti a sé ancora molta strada da percorrere. Gli indicatori di sviluppo sono in rialzo. Il mercato dell’Intelligenza Artificiale, nella stagione post pandemia, ha raggiunto la circa di 360 milioni di euro. Ma come rileva lo studio di Unicusano i campi applicazione e gli investimenti delle aziende sono delimitati nei settori dei servizi finanziari, dei trasporti, del retail e dei servizi pubblici. Dal 2024, però, un impulso ben più forte dovrebbe registrarsi con una crescita attesa per oltre il 40% solo nel contesto delle imprese. Al contempo, permangono non pochi dubbi e riserve da parte degli italiani: il 40% si fida poco. In ambito professionale – come da indagine Ipsoa, il 71% intravede un impatto negativo sull’occupazione. Guardando alle potenzialità di sviluppo e di applicazione dell’Intelligenza Artificiale, lo studio evidenzia che ci sono attese non meno trascurabili in termini di miglioramento per alcuni settori: dall’istruzione all’ambiente, dai trasporti all’entertainment.