Il 24 gennaio abbiamo incontrato Benedetto Levi, 30enne Amministratore delegato di Iliad Italia, per fare il punto della situazione dell’operatore a un anno dalla sua nomina a Ceo.
Quale è la difficoltà di costruire un nuovo brand in un mercato come quello delle telecomunicazioni?
Siamo entrati in un contesto di mercato caratterizzato da pochi operatori ben conosciuti dai clienti, che operavano verso un target befinito e facendo leva su marchi forti e ampiamente consolidati. Questa era la situazione a inizio 2018, quando abbiamo attivato ufficialmente le operazioni in Italia: solo un anno fa nessuno aveva ancora sentito parlare di Iliad. L’aspetto più importante su cui abbiamo fatto leva è stata la coerenza. Questo è stato uno dei valori che abbiamo voluto fin da subito associare al nostro brand, insieme con la chiarezza. Questo ci ha guidati nel nostro percorso, con la conseguenza di attuare una interazione con i consumatori mai contraddittoria né che potesse dare adito a messaggi fuorvianti o che creassero confusione. Osservando la questione da altri punti di vista, la brand awareness non è solo legata al messaggio pubblicitario e al marketing ma si declina anche in ogni punto di contatto con il nostro utente. Dunque per quanto mi riguarda i valori legati a Iliad devono permeare tutto ciò che gravita intorno: dagli uffici ai punti vendita, fino alle offerte e al call center. Ammetto che questo sforzo è stato tutto sommato “naturale” perché è stato compiuto da persone che credono in questo percorso e nelle caratteristiche distintive del nostro brand. A iniziare, per esempio, dalla semplicità che significa togliere complessità sia alle persone che scelgono le nostre tariffe, sia a chi lavora nei nostri uffici e opera affinché non si creino inutili e ridondanti sovrastrutture e burocrazie interne. La schiettezza rappresenta il nostro modo di lavorare e la via con cui dialoghiamo con i nostri utenti.Q
Cosa vi aspettate dal 5G?
È noto che abbiamo partecipato all’asta delle frequenze e ci siamo aggiudicati le risorse necessarie per lo sviluppo delle infastrutture di quinta generazione. La costruzione delle reti è in atto. Il vero impatto commerciale sul mercato italiano inizierà solo dal 2020 anche se nella seconda parte di quest’anno, complice anche l’arrivo dei primi dispositivi 5G, si inizieranno a saggiare i primi movimenti strategici degli operatori. E si inizierà anche a capire come gli utenti si approcceranno a questa infrastruttura, quali richieste avranno e quali saranno i servizi di nuova generazione che andranno a svilupparsi. Sarà proprio nei servizi l’ambito in cui mi aspetto la maggiore densità di rivoluzioni rispetto alle reti attuali.