
Tech is back. Così si apre l’edizione 2020 di Ifa, la prima e unica fiera dedicata alla consumer electronics in un anno che ha stravolto tutti i ritmi personali e di lavoro. Un cambiamento che, come vedremo, potrebbe addirittura essere radicale. Berlin Messe ha vinto la scommessa, puntando sulla consueta concretezza: ha messo in opera un evento fisico (per quanto ridotto e semplificato), partendo dalle basi di Ifa e andando all’essenziale, a ciò che serve. Ossia ricreando, in piccolo, una piazza d’eccellenza per incontrarsi e interagire di persona, per mantenere le relazioni che contano e per attivarne di nuove per sviluppare l’attività lavorativa e fare evolvere l’ecosistema dell’hi-tech nel suo insieme.
Due i messaggi chiave di Jens Heithecker, Executive vice presidente di Berlin Messe, che si aggiungono al “Tech is Back”: Real Life e Normal Ahead. Entrambi una incitazione a tornare al rapporto visivo, a guardarsi neglio occhi per stringersi le mani. Ma non manca l’orgoglio e la commozione, nemmeno nel sempre preciso e compassato manager tedesco. Cede al sentimento quando ringrazia i presenti, le aziende partner, tutti quelli che sono a Berlino e hanno creduto davvero a questa iniziativa. Come in un copione, parte l’applauso reciproco nella sala piena solo delle persone invitate (poche decine) in cui si tiene il keynote di apertura di Ifa 2020. La prima edizione ridotta da quanto è stata fondata nell’edizione “moderna”, cioè dal 1961.
L’83% dei consumatori ha cambiato le abitudini
Nel 2020 bisogna ripartire da alcuni nuovi fondamenti per quando si parla di tecnologia. Prima di tutto è necessario comprendere come sono cambiati i consumatori. La consumer electronics non incide più solo sullo stile di vita: impatta sulla salute, migliora e consolida la relazione personale. Questo comparto non è solo fatto di prodotti, è centrato sulle persone e sulla possibilità di creare un mondo migliore in cui vivere.
La pandemia è il discorso latente di Ifa 2020. La celebrazione del fatto che l’evento c’è e si farà anche nel 2021 non toglie attenzione alle necessità di business. Un altro fatto: il 2020 è un anno diverso, complicato, difficile e di grandi mutazioni.
L’impatto (defintivo?) sui consumi del Covid-19 si misura nella routine domestica: lavoro, alimentazione e intrattenimento sono le tre principali attività delegate alla tecnologia che si sono concretizzate durante la pandemia. Le persone sono passate dalla fase di panico (con lo smart working), alla successiva metabolizzazione (eat at home) e accettazione (entertainment at home). Va da sè che è gli utenti hanno rielaborato la dinamica quotidiana di vita.
Ciò ha impattato sulla fruizione e l’acquisto di nuova tecnologia, tanto che più della metà dei consumatori ha anticipato gli acquisti in consumer electronics al fine di supportare le nuove necessità domestiche. Per contro, oltre il 40% dei consumatori ha rimandato l’acquisto di prodotti successivamente all’emergenza per comprendere meglio su cosa orientarsi. Quest’ultimo comportamento è fondamentale, perchè garantisce un mercato forte ancora per la parte finale del 2020 e quella iniziale del 2021.
I dati che vi proponiamo parlano chiaro: i prodotti legati alla produttività hanno trainato pesantemente le vendite nella prima fase. In quelle successive i consumatori hanno cercato soluzioni che portassero al benessere domestico. Infine, è arrivato lo svago con l’adozione di soluzioni innovative legate al gaming e al cinema in casa.

GfK: Ifa come stimolo per rinnovarsi
Il compito non si limita più a raccogliere ed elaborare i dati. Con la pandemia si è reso necessario comprendere come riconoscere il “rumore di fondo” per eliminarlo allo scopo di ottenere informazioni tali da capire e intercettare i trend comportamentali dei consumatori.
I quali nell’83% dei casi hanno radicalmente cambiato il modo in cui consumano. I comportamenti conseguenti sono “disrupting”, perché obbligano a fare i conti con utenti finali capaci di variare le dinamiche di mercato e di impattare sui flussi classici del business. Basti pensare che nel primo semsestre del 2020 il 64% dei consumi è passato dai siti online delle insegne, mentre il negozio fisico è decresciuto solo del 5,4%.
Segnali sempre più forti, impellenti, che obbligano le aziende ad adattarsi con un approccio improntato alla flessibilità e al cambiamento della mentalità. Ciò che era valido prima del Covid-19 potrebbe non essere più attuale ed efficace. Bisogna ripensare ai processi, alle consuetudini e al modo in cui ci si propone al consumatore.
Senza farsi sommergere dai dati perché il rischio è di incappare in un “data overload”. Il 91% delle aziende con più di 10 dipendenti si affida a una piattaforma Crm.Il rischio concreto sta nella raccolta forsennata di troppe informazioni. Così tante che diventa complicato, se non impossibile, separare i dati utili da quelli errati e dal rumore statistco. Queste divergenze informative comportano il rischio di penalizzare la capacità di individuare la direzione giusta, che è caratterizzata dal riconoscere i trend nascenti e i segnali “deboli” provenienti dal mercato.
Persino GfK ha adattato il proprio modo di lavorare con la nuova piattaforma GfkNewron che si affida all’intelligenza artificiale per rinnovare e rivoluzionare il modo di raccogliere, trattare e analizzare i dati per adattarsi a un ecosistema di business fin troppo “rumoroso” ed eccessivamente inondato da dati spesso non importanti.
E poi? Ifa 2021, dal 3 al 7 settembre
La parola torna a Jens Heithecker, per parlare della visione futura di Ifa. La connettività rimane la forza propulsiva principale nella consumer electronics. Una forza capace di abbattere le barriere tra i comparti, approndando in segmenti, come l’automotive e non solo, sempre meno periferici.

Il compito di Ifa, ribadisce Eitecker, rimane quello di offrire un palcoscenico d’eccellenza in cui la tecnologia (e non altro) è la vera protagonista: “Questo è il luogo dell’innovazione, lo è quest’anno e lo sarà anche per i prossimi. Seppure in forma ridotta, noi facciamo la nostra parte. Il resto è merito dei partner che ci hanno creduto e delle persone che sono presenti. Quest’anno la durata è di solo tre giorni. Ma l’appuntamento è già per il 2021, che tornerà a essere di cinque giorni perché l’innovazione non può esimersi dall’essere presentata e fatta vedere dal vivo”.