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PALADONE

Reuters ha divulgato l’inasprimento per le restrizioni poste in essere lo scorso maggio dagli Stati Uniti nei confronti di Huawei, rea di aver tentato di aggirare le restrizioni stesse passando per aziende terze. Un fatto che è emerso nelle ultime ore e cha ha portato il governo USA a inserire nuovi nomi nell’entity list, l’elenco di aziende esterne ai confini statunitensi che, per effettuare acquisti dalle compagnie USA, devono ricevere un’approvazione governativa.

Sono ben 38 gli affiliati Huawei, dislocati in 21 Paesi, che fanno così il loro ingresso nella entity list, facendo schizzare il totale a 152 dall’ingresso di Huawei stessa sulla lista, avvenuto ormai più di un anno fa. 

Nella ricostruzione di Wilbur Ross, il ministro del Commercio americano, Huawei è dovuta passare da aziende terze in seguito alle restrizioni sui chip entrate in vigore a maggio 2020. Per ottenere i chip necessari, Huawei si stava nascondendo dietro società affiliate, quelle che di fatto effettuavano gli ordini dalle compagnie americane che fabbricano le tecnologie in questione.

Una pratica che non segue le direttive a stelle e strisce, che proibiscono l’utilizzo di software o componenti americane senza una licenza. Parlando di licenze, il Dipartimento del Commercio ha inoltre comunicato che la licenza temporanea scaduta il 13 agosto, di cui vi avevamo parlato, che riguarda i device del brand cinese e i fornitori di telecomunicazioni che il brand supporta, non sarà prorogata. Tuttavia, alle parti è concesso presentare le richieste di licenza per le transazioni autorizzate prima che la licenza scadesse. Anche perché è d’interesse per il governo mantenere affidabili e integre le reti esistenti: ragione per cui sarà messa in campo un’autorizzazione permanente, ancorché limitata, per le entità commerciali che si servono delle componenti Huawei.

Al momento non è ancora chiaro il futuro di quegli smartphone Huawei che ancora hanno le app e i servizi Google a bordo in tema di aggiornamento.