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Per arrivare alle fabbriche di Hisense Europe in Slovenia sono necessarie circa 7 ore di auto ma prima è bene fare tappa a Lubiana. Nella capitale, peraltro la città più popolosa della Slovenia, si trova il negozio flagship di Hisense, l’unico in Europa. Per la verità, il punto vendita reca due brand: Hisense e Gorenje. Quest’ultimo è lo storico marchio di elettrodomestici, grandi e piccoli, sloveno: ha ancora una quota di mercato dominante tra il 30% e il 40% e copre tutte le fasce di mercato, compresa quella luxury. È stata acquisita da Hisense nel 2018 e sulle basi di questo storico e radicato marchio europeo si fonda Hisense Europe.

Il negozio di Lubiana è un fulgido esempio di come esporre i prodotti lasciando pieno spazio ai consumatori di esplorare, toccare, sperimentare e capire le peculiarità dei due brand. Lo spazio di Gorenje è più esteso in virtù dell’ampiezza di gamma e del lignaggio che vanta a livello locale e in tutta l’Europa dell’est. La superficie di Hisense occupa circa un quarto di un negozio gigantesco, se si considera che è di fatto monomarca, e ospita un’esposizione intelligente e interattiva dei Tv.

Una parete permette di visualizzare in contemporanea le cinque tecnologie disponibili (Led, Uled, Qled, Oled e MiniLed) con altrettanti pannelli da 55″ al fine di valutarne le differenze. Una plancia centrale a un paio di metri dall’esposizione consente di scegliere la tecnologia di pannello migliore in base alle esigenze, alle abitudini o allo scopo. Interessante che seguendo il percorso guidato, rimangono accesi solo i pannelli relativi alle tecnologie consigliate, per esempio Qled, Oled e MiniLed per l’intrattenimento. L’ideale seconda metà dello spazio di Hisense inserisce i medesimi pannelli con tecnologie differenti in ambienti per apprezzarne l’uso effettivo, mentre uno spazio a parte è dedicato al laser TV. Queste sezioni sono allestite con divani e sedie per permettere una visione tranquilla e soddisfacente dei televisori. Una volta nei punti vendita del retail c’erano le salette di ascolto o di visione: questo spazio le riproduce in modo più moderno. Ed è un modo pratico e tangibile per scegliere con cognizione di causa il modello di Tv preferito in base non solo alle disponibilità economiche ma anche all’uso e al risultato che si ottiene.

Il negozio di Hisense/Gorenje è solo il primo step che ci porterà alla fabbrica di Hisense Europe, anch’essa acquisita da Gorenje e ammodernata con le più recenti filosofie produttive. Di fatto è il quartier generale di Hisense in Europa e ospita tutti i reparti critici: la produzione, compresa la lavorazione metallurgica, di frigoriferi, piani cottura, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici e l’assemblaggio dei Tv. Non manca, inoltre, di un reparto di ricerca e sviluppo, che integra anche il design, e di un laboratorio di sperimentazione per la connettività denominato ConnectLab.

Dal flagship di Lubiana fino alle linee produttive di Velenje, sempre in Serbia, occorre un’altra ora abbondante di auto. L’impianto è immerso in una conca circondata da colline verdi e sconfinante nel lago. Una location a misura d’uomo e immersa nell’ambiente, che ben si sposta con gli obiettivi di sostenibilità di Hisense Europe. La visita parte dalla sala riunioni, nella quale si declinano i numeri di una realtà in forte crescita.

Le cifre parlano da sole: più di 100mila dipendenti in tutto il mondo, di cui il 10% dedicato nei 23 reparti R&D; 31 impianti industriali; 66 branch fuori dalla Cina per una presenza in 6 continenti e 160 Paesi. Il fatturato supera i 27 miliardi di dollari (dato 2022) e nell’impianto di Valenje sono realizzati i prodotti dei tre brand principali europei: Hisense, Gorenje e Asko. Quest’ultimo focalizzato sulla fascia luxury del mercato.

Hisense Europe vanta circa 10mila dipendenti, genera un giro d’affari per quasi 3 miliardi di euro e ha una capacità produttiva complessiva di 14 milioni di unità all’anno. Gli asset su cui si basa la presenza nel Vecchio Continente del brand cinese sono una forte rete distributiva, un’ampia varietà di prodotto, l’affidabilità e un’impostazione focalizzata sul consumatore finale. Per ottenere tutto ciò, Hisense si concentra su una chiara identità di brand, che non sono in sovrapposizione ma si rivolgono a target e mercati ben precisi, e a una differenziazione dei prodotti, che spazia dalle specifiche tecniche al design. Così Hisense è sinonimo di affidabilità e alta tecnologia; Gorenje di lifestyle e dedizione alla famiglia; Asko di premiumness con carattere da professionisti.

Certo nella fabbrica di Hisense Europe i vari brand condividono le piattaforme relative alle principali famiglie: lavaggio, freddo, cottura e così via. La personalizzazione avviene nella configurazione dei dettagli, delle soluzioni estetiche e della specifiche funzionalità, come per esempio la connettività. Che è così importante da meritare un ConnectLab.

In questo spazio in continua evoluzione trovano posto le tecnologie sperimentali e più avanzate. L’idea è ricreare un ambiente domestico, anche nell’impostazione delle stanze, così che i device connessi possano essere messi in uso come se ci si trovasse a casa. Interessante notare che il sistema di controllo sia tanto lo smartphone quanto la smart Tv di Hisense in virtù della piattaforma Vidaa. Ma anche con i comandi vocali di Alexa e Google Assistant.

Nel ConnectLab si apprende come la connettività per il brand sia basata su tre pilastri funzionali: monitoraggio, controllo remoto e notifiche. Tre asset, tre funzioni, tre caratteristiche che si snodano in modo diverso. Per esempio, con la lavatrice si tratta di controllare in remoto il ciclo di lavaggio, di aggiornare i programmi, di verificare la cura dei capi e di ricevere messaggi in caso di problemi o di completamento dell’operazione. Con il frigorifero si possono impostare da remoto celle ad alta efficienza di raffreddamento per la spesa appena fatta, oppure verificare lo stato dei prodotti in scadenza e avere le notifiche di quelli da consumare. Dietro l’angolo c’è già la scansione dello scontrino per impostare in automatico il carico del frigorifero.

La connettività estende anche il post-vendita, perché i servizi di supporto al cliente possono analizzare i log di errore e suggerire come intervenire. Ma anche raccogliere dati, in forma anonima e rispettando il Gdpr, per migliorare costantemente le funzioni e introdurne di nuove. Hisense sottolinea proprio come gli elettrodomestici connessi siano una piattaforma in continua evoluzione e miglioramento perché ricevono update sostanziali e spesso tali da introdurre novità non previste all’atto della progettazione. Cosa che segna un elemento di discontinuità rispetto al passato, quando gli elettrodomestici nascevano e morivano senza cambiamenti. La connettività è dunque centrale perché adegua sempre più il funzionamento del prodotto alle abitudini dell’utente nel corso della vita utile.

Non è un caso che le lavatrici e le lavastoviglie vengano sottoposte a duri test che simulano l’usura in 10 anni con appositi programmi costanti e continui nel tempo. Nell’arco di tre mesi si possono simulare le sollecitazioni di un decennio. E tanto i cestelli quanto le cavità sono realizzate per funzionare almeno un decennio, se non di più.

Il ConnectLab è legato, se non fisicamente almeno idealmente, all’interno dell’impianto di Hisense Europe con il reparto R&D dove si avviene il design e la ricerca e sviluppo. In apposite salette si testano comandi, si osserva la concorrenza, si continua a lavorare su ogni singolo aspetto dei prodotti per il lavaggio, la cucina e il freddo allo scopo di renderli sempre migliori. Questi aggiornamenti sono sì a livello hardware ma anche e soprattutto a livello software. Il numero di programmatori nel reparto desing e R&D è quello a maggiore crescita in termini relativi.

E nel ConnectLab si possono scorgere alcuni prototipi, come le superfici a specchio interattive che mostrano le informazioni utili all’utente (meteo, notizie e quant’altro) e aiutano a capire se ci si sta truccando bene o lavando in modo adeguato i denti. Oppure, per i piani di cottura a induzione è stata ideata una pentola con sensore Bluetooth che dialoga con il piano e con lo smartphone affinché la temperatura di cottura degli alimenti sia sempre adeguata e non si brucino le pietanze.

Superata la fase più avveniristica, si entra nelle linee di produzione vere e proprie. Qui il riserbo è maggiore e per vederle dal vivo dovrete fare affidamento sul video qui di seguito:

Le linee produttive di lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici sono molto simili tra loro. Partono tutti da una sezione metallurgica nel quale l’allumino e il metallo utilizzati sono modellati da apposite presse per dare la giusta conformazione al fine di realizzare la struttura esterna. La cosiddetta “scatola” al cui interno c’è la cavita che ospita la dotazione. Nel caso di lavatrici e lavasciuga sono i cestelli, anch’essi ottenuti da presse che poi vengono arrotondati e saldati da bracci robot. Nella lavastoviglie è necessario prima rivestire la cavità interna con apposite strutture che supportano i ripiani e i bracci che spruzzano l’acqua. In entrambi i casi è prevista la coibentazione esterna per evitare che il calore intacchi il mobile (in caso di modelli da incasso) o sia percepito all’esterno.

Prima di montare lo sportello, i comandi o l’oblò è inserito in basso il motore che si appoggia su una sorta di cestello in materiale polimerico grezzo e che ospita i vari componenti assemblati sulla linea produttiva.

Molto simile anche la linea di fabbricazione dei piani cottura, perché prevede passaggi simili solo che il piano cottura può anche essere in vetro e quindi la lavorazione prevede un’incidenza minore della sezione metallurgica e la mancanza del motore, che fa posto alle induzioni elettriche.

L’ultimo step è la parte di test per verificare che tutto funzioni, che non ci siano perdite d’acqua e che i comandi rispondano a dovere. I modelli che presentano criticità, sono marchiati per una verifica successiva.

È importante notare che queste fasi, che abbiamo solo visto ma non potuto fotografare, oscillano da un’elevata componente artigianale, con linee di produzione affidate alla mano d’opera, a un’elevata incidenza automatizzata. Ciò perché i modelli premium e luxury hanno un maggiore controllo umano, salvo alcuni passaggi critici o cruciali, perché il prodotto finale deve soddisfare un’esigenza più alta. I modelli dedicati a un pubblico più ampio e con un prezzo più aggressivo vantano una maggiore incidenza della costruzione robotizzata.

Infine, c’è la linea dei Tv che, di fatto, è un assemblaggio dei componenti che arrivano dalla Cina seguendo in modo scrupoloso le indicazioni fornite per ciascun modello. Il pannello, già pronto, è corredato dall’elettronica, dalle parti in plastica, dai supporti e dal telecomando per poi essere testato sia per verificarne il funzionamento, sia per calibrarne i colori. Allo stato attuale gran parte della linea produttiva è affidata a operai, tuttavia Hisense prevede di automatizzare alcuni passaggi per aumentare efficienza e qualità.

Allo stato attuale, negli elettrodomestici si arriva a punte di 1.600 unità per giorno per i modelli più “mass market” e tra 600 e 900 per quelli luxury. I Tv sono assemblati nelle versioni da 42″ a 86″ con un picco che arriva 9mila unità al giorno.

Infine, i prodotti arrivano nel magazzino automatizzato Navis che può ospitare fino a oltre 115mila colli su oltre 33 metri di altezza, equivalenti a 11 livelli di storage, che provvede a caricare giornalmente fino a 5 vagoni del treno grandi (o 10 piccoli) e una dozzina di tir. Questo per sostenere il fabbisogno di elettrodomestici non solo dell’Europa ma del mondo intero.