
L’Epix Pro è il potenziamento e l’evoluzione della serie Garmin Epix. Il medesimo suffisso Pro è stato impiegato anche per la line-up Fenix 7, nella cui declinazione trova posto su tutti i modelli la ricarica solare con tecnologia Solar. Garmin ha esteso le due famiglie di prodotto, in continuità con la collezione esistente, perché nell’arco di un anno non solo ha migliorato una serie di funzioni, ma ha anche recepito l’esigenza degli utenti per modelli più evoluti. Pro sta per professionale, perché le funzioni offerte, per esempio dall’Epix Pro Sapphire da 51 mm che abbiamo recensito in questo articolo approfondito, abbracciano esigenze ancora più evolute e “spinte”.
Abbiamo parlato diffusamente delle caratteristiche innovative proposte da Garmin con Epix Pro e Fenix 7 Pro in questo articolo. A cui si somma, come detto, la recensione. Ma in questa sede vogliamo trasmettervi ciò che abbiamo appreso di inedito nella giornata trascorsa con i manager dell’azienda sul Monte Bianco per approfondire proprio le novità dei nuovi smartwatch.
E sono tanti gli aspetti, a prescindere dalle caratteristiche tecniche più potenti rispetto alle edizioni non Pro. Si prenda, ad esempio, il sensore biometrico di quinta generazione che vanta una costruzione, ripresa dai modelli precedenti, su un castelletto che permette un contatto migliore con l’epidermide ed evita che la luce ambientale possa interferire con i segnali luminosi dei led verdi e rossi per le metriche del cuore, dell’ossigenazione del sangue e così via.

Il sensore di quinta generazione vanta più sensori fotosensibili biometrici (12 in totale) disposti a cono al fine di evitare dispersioni e aberrazioni e restituire la massima precisione. Ma non solo. Un sensore così potenziato (dirà Viganò nell’intervista in questa pagina: “Era pronto, perché attendere per metterlo a disposizione dei nostri utenti più esigenti?”) si trova sotto a una cassa ora proposta in tre “taglie”: da 42 mm, da 47 mm e da 51 mm (come quella dell’Epix Pro Sapphire da noi provato). Mentre sull’Epix Pro trova posto il display Amoled, che supporta la meravigliosa funzione Red Shift che rende completamente rossa l’interfaccia con un fascino tutto suo, sui Fenix 7 Pro si incontrano due caratteristiche esclusive.




Per prima cosa, la tecnologia brevettata Solar per la ricarica della batteria (opera al meglio con illuminazione solare di 50mila lux) è su tutte le varianti dei Fenix 7 Pro siano essi con vetro Sapphire o Corning Gorilla Glass. Inoltre, il display TFT dei Fenix 7 è stato migliorato ulteriormente sui Pro in termini di profondità del nero e saturazione dei colori grazie alla tecnologia MIP.
MIP sta per “Memory in Pixel” e consente al display di avere una definizione maggiore perché ogni singolo pixel “memorizza” l’immagine da mostrare, visualizzandola al massimo della definizione e riducendo l’assorbimento energetico. Di fatto, le informazioni visive sono salvate in uno spazio locale di memoria associato al pannello, limitando l’accesso all’elettronica e ottimizzando la gestione della luce.


A fronte delle novità hardware, Garmin non ha esitato a introdurre miglioramenti software che le sfruttassero a dovere. I modelli Pro supportano 30 attività aggiuntive, hanno gli Endurance Score e Hill Score per i runner così da perfezionare gli allenamenti, la resistenza sulle lunghe distanze e le indicazioni in caso di dislivelli. Il bello di questi indicatori è che sono personalizzati sulle caratteristiche fisiologiche dell’utente raccolte e analizzate con il sensore di quinta generazione. I Pro indicano lo stato di forma per una Endurance oppure la predisposizione ad affrontare meglio le salite o le discese. Il tutto perché l’obiettivo di Garmin è mettere al polso strumenti che aiutino le persone non solo a migliorare il loro livello di fitness, ma che lo facciano assistendo con strumenti utili, non ridondanti ma, anzi, capaci di stimolare e informare affinché l’attività (qualsiasi essa sia, dall’agonismo all’amatoriale alla “corsetta” di tutti i giorni) sia portata a termine nel migliore dei modi.


In occasione della giornata sul Monte Bianco abbiamo apprezzato come, anche a basse temperature, il Garmin Epix Pro Sapphire da 51 mm funzioni regolarmente. Mentre interessante la possibilità di delegare al Gps integrato il recupero di tutte le informazioni necessarie (altitudine, barometro, temperatura e così via). Ma soprattutto abbiamo dialogato con Stefano Viganò, amministratore delegato di Garmin in Italia.

Che ha esordito con alcune considerazioni che fanno ragionare. Viganò ha trasmesso la visione di Garmin: “Torno da un recente viaggio negli Stati Uniti dove ho potuto vedere da vicino i progetti futuri dell’azienda. Sempre più il nostro futuro sarà contraddistinto da tecnologie al servizio della persona, quindi utili e rilevanti. Trovarmi sul Monte Bianco, la vetta più alta d’Italia, è in perfetta assonanza con i nostri smartwatch più recenti della serie Pro, che sono l’attuale top di gamma del brand. Certo, Garmin si rivolge a utenti esigenti, quasi elitari, che pretendono il meglio sia quando eseguono un’attività sportiva, sia quando indossano un orologio smart nella quotidianità. Per questo la componente tecnologica e quella evocativa del brand Garmin si muovono sulle medesime note: per soddisfare i nostri utenti”.
Si parla tanto di sostenibilità, Garmin propone la tecnologia Solar. Questo è un impegno concreto, non solo un claim…
“Sì, per quanto riguarda la sostenibilità stiamo investendo tantissimo per la ricarica solare, che oggi è in grado di aggiungere un 20% in più alla durata della batteria. Noi vediamo un futuro nel quale lo smartwatch può vantare una sorta di carica senza fine, un orologio indipendente che si ricarichi in modo sostenibile con l’energia solare”.

Garmin è stata la prima a investire in modo deciso sulla tecnologia Solar: questo vi aiuta anche a migliorare la percezione agli occhi dei consumatori più attenti alla vita “green”?
“Uno dei vantaggi della ricarica Solar è anche questo: un orologio a ricarica solare, anche se parziale per il momento, è in grado concretamente di diminuire il numero di ricariche attuate con la corrente elettrica, di conseguenza possiamo annoverarlo fra uno dei prodotti con un elevato tipo di sostenibilità ambientale. Guardando al futuro lo sarà sempre di più, però è un buon punto di partenza. Già oggi vantiamo un divario competitivo sulla ricarica solare che definire abissale nei confronti dei competitor; una distanza che si allarga a ogni nostra nuova evoluzione dei nostri modelli. È una analisi oggettiva dello stato delle cose, anche guardando alle funzioni e a quello che lo strumento restituisce in fatto di benessere, di lifestyle, soprattutto di wellness, perché alla fine non dobbiamo solo guardare a questi smartwatch per fare l’attività o lo sport fine a se stesso, ma sono strumenti che analizzano la persona e offrono feedback aggiornati e realistici sullo stato di salute a 360 gradi. Raccolgono dati e parametri vitali quotidiani, dal sonno al day by day, e mostrano una fotografia esaustiva della condizione di salute”.

Garmin sostiene che la batteria di uno smartwatch deve essere misurata in giorni e non in ore. Questo è utile anche per un monitoraggio continuo che non si interrompe praticamente ogni giorno?
“Il nostro non è un messaggio pubblicitario ma una funzione essenziale perché oggetti di questo tipo devono potere accedere a una panoramica di fitness più lunga possibile: almeno di una settimana per potere restituire dati realistici sulle capacità della persona. Noi consigliamo agli utenti di abituarsi a indossare i nostri smartwatch tutti i giorni per tutto il giorno, anche di notte, perché così si ottengono le misurazioni dei parametri più oggettivi
possibili che permettono di accedere a dati sempre più personalizzati e realistici.
La gamma Pro arriva a solo un anno di distanza da quella tradizione, cosa rappresenta per Garmin e in che modo si va a posizionare all’interno della line-up?
“A volte Garmin si trova a tirare il freno a mano perché la tecnologia procede talmente veloce che dovremo avere una progressione di aggiornamento ancora più frequente. Si prenda il sensore biometrico di quinta generazione: è qualcosa
di rivoluzionario, che ha una precisione di lettura molto più alta rispetto al precedente. Se lo hai e lo tieni nel cassetto per una prossima edizione degli smartwatch, togli l’opportunità agli utenti più esigenti di provare e usare subito questa tecnologia innovativa, di mettere al polso la più recente funzione su cui poi si fondano ulteriori novità. Epix e Fenix 7 sono ancora prodotti eccezionali, ma per gli utenti che cercano lo stato dell’arte e la massima evoluzione tecnologica abbiamo voluto realizzare i Pro”.