
Non si venga poi a fare grandi e articolati discorsi, soventi inframezzati da inglesismi senza senso, di margini, profittabilità, sostenibilità e crescita sana. Perché finché ci si ostina a depauperare il valore della tecnologia agli occhi dei consumatori, non già come tattica ma come strategia di galleggiamento sul mercato, poi non si torna più indietro. Questo esercizio succede da tanti, troppi anni. Ma quello odierno ne è l’esempio più emblematico. In sintesi: fino al 31 marzo il Tv Xiaomi F2 nelle varianti da 43″, 50″ e 55″ è oggetto di sconto di 100 euro rispetto al prezzo di listino, già basso che crea effetto commodity. Ebbene, secondo la scontistica, i nuovi prezzi sono:
299€ anziché 399€ per la versione da 43″
349€ anziché 449€ per la versione da 50″
399€ anziché 499€ per la versione da 55″
E il brand ne va anche fiero, di superare l’effetto commodity: si arriva alla filosofia tanto ambita dai consumatori più sprovveduti della “tecnologia quasi regalata”. Basta che poi non ci si lamenti quando gli utenti si avvinghiano, a questo punto a ragione, a ragionamenti spesso incentrati su verità “assolute” che i prodotti elettronici “costa poco farli” e le aziende “ci guadagnano troppo”. Frasi di un naif e di una banalità da rasentare assiomi così irreali che gli utenti di tecnologia a confronto sono meno credibili dei terrapiattistii, ma lo diciamo solo per fedeltà di causa.
Un 55″ a 399 euro, ma di più un 43″ a 299 euro, sono l’annullamento degli sforzi innovativi di tutti i brand: del mercato. Non che non debba esistere la fascia bassa, per carità, ma questo approccio alla categoria è ingiusto e sbagliato. Per di più perché la serie F2 di Xiaomi è ben “dotata”. Dal comunicato stampa:
Dotata di un’elegante struttura in metallo con doppi supporti, la serie Xiaomi TV F2 presenta un design con cornici sottili e offre un’elevata definizione in 4K con MEMC a 60Hz per un’esperienza visiva coinvolgente e realistica che si riflette anche nel comparto audio, grazie alla presenza dei sistemi DTS-Virtual:X, Dolby Audio e DTS-HD, che insieme creano un effetto surround di livello cinematografico.
Le opzioni di intrattenimento sono altrettanto eccezionali, grazie all’integrazione di Fire TV, che permette agli utenti di godere di una vasta selezione di contenuti per l’intrattenimento da app come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, YouTube, NOW, DAZN, Mediaset Infinity, RaiPlay e altro ancora. Inoltre, il telecomando incluso, con integrazione Alexa per i comandi vocali, consente una user experience facile, fluida e confortevole, oltre a controllare gli altri dispositivi intelligenti compatibili nell’ambiente domestico.
La serie F2 di Xiaomi TV è infine dotata di Apple Airplay, che consente il casting diretto da dispositivi mobili.
No, non siamo concordi in questo genere di deprezzamenti eccessivi che tolgono ossigeno e vigore a un mercato, quello dei Tv, che comunque vale un quinto del giro d’affari della consumer electronics e nel quale qualità, esperienza smart e affidabilità (soprattutto quest’ultima) devono essere elementi cardine sul quale costruire innovazione. Il Tv non è un pannello interattivo che costa poco. È un centro di intrattenimento che deve esaltare occhi e orecchie. In ogni caso, non stupisce che i prezzacci che urticano gli altri brand siano solo previsti su Amazon.it come “offerte esclusive”.
Però d’altra parte va tutto bene, il mercato è questo. Ma non si pretenda di vendere top di gamma in altre categorie a prezzi folli, quando si abitua l’utente a vedere il brand associato a prezzi ridicoli, e non si parli di brand awareness: operazioni di questo tipo tecnicamente sono indirizzate allo “svuotamento del magazzino”. Intercettando un puro acquisto infedele e opportunistico. Che è anche più pericoloso, perché se poi il prodotto non rispecchia le attese, il danno è doppio. In ogni caso si fa del male al mercato, ben lungi dalla logica della competizione.