
Il caso ChatGPT, che fa capo alla società OpenAI, è ma più in generale il tema legato all’esplosione dell’Intelligenza Artificiale, finisce nel mirino di Bruxelles. In particolare – secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters – il Commissario al Mercato Interno e i Servizi, Thierry Breton, che ha giù sul tavolo alcuni dossier scottanti, ha annunciato che saranno proposte nuove regole proposte per governare le app che sfruttano l’Intelligenza Artificiale. A Palazzo Berlaymont, insomma, si respira un clima di forte preoccupazione sui rischi legati al chatbot ChatGPT e alla tecnologia connessa.
ChatGPT: una forte crescita e le ansie dell’Unione Europea
A soli due mesi dal suo lancio, ChatGPT si è affermata come l’app consumer in più rapida crescita nella storia. Alcuni esperti hanno espresso il timore che i sistemi utilizzati da tali app possano essere utilizzati in modo improprio per plagio, frode e diffusione di disinformazione, anche se i campioni dell’intelligenza artificiale lo salutano come un salto tecnologico. Di qui, Thierry Breton non ha indugiato ad assumere una posizione precisa dal momento che – come mostrato da ChatGPT – le soluzioni AI possono offrire grandi opportunità per aziende e cittadini, ma possono anche comportare rischi. Insomma, urge un solido. Quadro normativo prima che la faccenda scappi di mano, dopo i tanti anni di lavoro per profilare una regolamentazione del mercato digitale (sia per servizi, attività commerciali e contenuti) che diversamente rischia di andare per aria. Dal canto suo, OpenAI ha affermato via web che mira a produrre Intelligenza Artificiale che a a vantaggio di tutta l’umanità. Ma evidentemente, la condizione o promessa che dir si voglia non è sufficiente. A Bruxelles è stata impressa dall’Unione Europea una vera e propria accelerazione sul dossier. Secondo le regole comunitarie, ChatGPT è considerato un sistema di Intelligenza Artificiale “troppo” generico. La Commissione Europea sta lavorando a stretto contatto con il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo per chiarire ulteriormente le regole della legge sull’IA per i sistemi di uso generale. Il tema della trasparenza è poi a dir poco centrale, dal momento che le persone dovrebbero essere informate che hanno a che fare con un chatbot e non con un essere umano. Basti un dato che certifica le evidenti preoccupazioni: alcune scuole pubbliche statunitensi e l’università francese Sciences Po hanno deciso di vietare l’uso di ChatGPT.