
Apple, Google e altre Big Tech tornano alla carica nella battaglia per la revisione dei brevetti negli Usa. In sostanza, possono citare in giudizio il PTO (ossia, l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti) per contestare una norma che ne ha ridotto il loro numero. La Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti ha annullato la decisione di un tribunale federale della California di archiviare la causa intentata dalle società. Non solo: ha affermato che l’agenzia potrebbe non aver superato un iter normativo idoneo. E che dunque le Big Tech hanno facoltà e intenzioni chiare di proseguire nella loro battaglia legale.
Apple, Google e la decisione del PTO
Il Patent Trial and Appeal Board del PTO è popolare tra le grandi aziende tecnologiche che sono spesso oggetto di azioni legali sui brevetti e che utilizzano il processo di “revisione inter partes” del consiglio per contestare i brevetti che sono accusati di violare. Una norma interna che ha concesso ai giudici dell’agenzia maggiore discrezionalità nel negare le petizioni di revisione inter partes avrebbe ridotto drasticamente l’accesso al processo. Ed è per questa ragione che Apple, Google, Cisco, Intel ed Edwards Lifesciences hanno citato in giudizio il PTO medesimo presso il tribunale federale della California nel 2020. Hanno sostenuto che ha minato il ruolo che la revisione inter partes gioca nella “protezione di un forte sistema di brevetti” e ha violato la legge federale. Non solo. Altre Big Tech, quali Tesla, Honda, Comcast e Dell hanno depositato memorie presso il Circuito Federale a sostegno delle aziende che hanno fatto ricorso. Il tribunale della California aveva archiviato il caso nel 2021, citando le sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti secondo cui le decisioni del Patent Trial and Appeal Board sull’opportunità di rivedere le petizioni di revisione inter partes non possono essere impugnate. Ma ora la Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti ha annullato la decisione.