RUSSELL HOBBS

Amazon, pagella positiva per il primo trimestre 2023. Dopo Google, Microsoft, Meta (e in attesa di Apple, che rilascerà i conti il prossimo 4 maggio) anche il colosso dell’e-commerce di Jeff Bezos archivia un Q1 all’insegna del segno “più”. E allora i numeri. Amazon ha potuto contare su una tenuta delle vendite online, delle entrate dalla pubblicità e di un trend in rialzo anche sul versante del cloud. Entrate a 127,4 miliardi di dollari, dunque, per un incremento del 9% e un utile di 3,17 miliardi di dollari. Il tutto in una fase che prevede il di ristrutturazione e riorganizzazione on impatti, comunque, sui costi anche per i tagli del personale.

Amazon: bene la pubblicità e le nubi sul cloud

Come accennato, i ricavi dalla pubblicità per Amazon hanno prodotto un incremento del 23% raggiungendo la soglia dei 9,5 miliardi di dollari, manifestando un’apprezzabile solidità. La divisione cloud Amazon Web Services (Aws) a sua volta ha generato ricavi all’insù del 16% (per ben 21,35 miliardi di dollari), esibendo un utile operativo di oltre 5 miliardi di dollari. Tuttavia, proprio l’ambito del cloud – guardando alla prospettiva – ha generato qualche preoccupazione da parte degli investitori che, dopo aver premiato il titolo a Wall Street con un rialzo fino al 10%, lo hanno fatto ripiegare significativamente in negativo. In ogni caso vale la pena ricordare che da gennaio, il valore dell’azione si è apprezzato del 30%, dopo il dimezzamento che lo aveva afflitto nel 2022, annus horribilis per il colosso delle vendite online. Si diceva del cloud per Aws e dunque delle previsioni per il prossimo trimestre. Il direttore finanziario Brian Olsavsky ha evidenziato che i clienti di Amazon valutano nuove modalità per l’ottimizzazione della spesa in cloud in risposta a condizioni economiche difficili a fronbte dello scenario contingente dell’economia e tale mood è destinato a proseguire. Di qui l’outlook del colosso di Seattle stima entrate tra 127 e 133 miliardi di dollari per il secondo trimestre (aprile e giugno), per un possibile incremento tra il 5% e il 10% sull’anno scorso.