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Oggi, 3 gennaio, va in scena la prima udienza preliminare che oppone Microsoft (per l’acquisizione da quasi 69 miliardi di dollari del publisher Activision Blizzard) e la FTC (Federal Trade Commission degli Stati Uniti). L’ente Antitrust degli Usa ha chiesto di bloccare l’operazione tutta a stelle e strisce, sostenendo che la fusione consentirebbe alla Xbox di Microsoft di ottenere l’accesso esclusivo ai giochi Activision, a scapito degli altri player delle console Nintendo e di Sony/PlayStation.

FTC, la battaglia legale

A un anno di distanza dall’annuncio dell’acquisizione, dunque, la battaglia legale entra nel vivo. Microsoft nei giorni scorsi ha assunto una posizione molto dura e forte contro FTC, accusandola addirittura di violare la Costituzione. Il colosso di Redmond, con la propria offerta di concedere comunque la licenza di dieci anni ai “rivali, relativamente al franchise Call of Duty, ha sostento che non ci sarebbe alcun tipo di volontà di penalizzare né i gamer, tanto meno i competitor, dichiarando di essere a sua volta disposta a firmare un accordo legalmente vincolante con la FTC. Proposta che la stessa Sony/PlayStation, per voce del suo ceo Jim Ryan, ha rispedito al mittente definendola come “diversivo”.

Microsoft e l’obiettivo di giugno 2023

L’acquisizione di Activision da parte del gruppo It, guidato da Saty Nadella, è tuttora oggetto di indagini e verifiche anche dagli enti regolatori del mercato e della concorrenza sia nell’Unione Europea, sia nel Regno Unito. Microsoft intende portare a termine l’operazione entro il prossimo mese di giugno, cioè alla chiusura del proprio anno fiscale 2023. Ma la battaglia che si annuncia potrebbe essere per entrambe le parti dura e intesa, a cominciare da FTC e dall’amministrazione americana di Joe Biden che conferma la volontà di mostrare i muscoli per una regolamentazione più efficace e incisiva nei confronti di tutte le Big Tech, ancorché statunitensi.